Margherita Oggero

Un mondo di badanti, piccoli spacciatori, migranti di prima e seconda generazione, baby sitter, arzille vecchiette e furfanti di vecchia data: è questa la varia umanità che abita la Barriera di Milano, un quartiere popoloso e popolare della periferia nord di Torino.
Qui si intrecciano le vite, a volte misere, il più delle volte squallide, di Florin, per esempio, che è disposto a rubare per 25 metri quadrati di autonomia o di Linda, che è un po’ malata di bovarismo; di Concetta, che a 90 anni fuma con e come un’adolescente e di Antonio che sembra Superman quando difende la moglie.
Storie di giovani ladruncoli che non hanno voglia di studiare, di matrimoni in crisi da sempre e di antichi amori mai finiti si accavallano e si snodano tra passato e presente: i flashback, variamente distribuiti all’interno dei vari capitoli, ci aiutano a dare sostanza e volume alla ‘brava gente’ del quartiere.
E tra citazioni più o meno dirette di Leopardi e Petrarca, di Dante e Manzoni, spuntano frasi in rumeno, voci dialettali e parole tipiche del gergo delle bande e del mondo giovanile. Un “plurilinguismo” che riflette la diversa estrazione sociale e il differente bagaglio culturale di chi frequenta la Barriera e contribuisce ad arricchire lo stile della narrazione, così rapido, fluido e argutamente ironico.
Ringrazio Harpers collins per avermi dato l’opportunità di leggere in anteprima questo bel romanzo di una scrittrice la cui voce è tra le più caratteristiche e potenti del panorama letterario contemporaneo.