Brave ragazze, cattivo sangue

Holly Jackson

Lo sapete più o meno tutti: “Brave ragazze, cattivo sangue” è il seguito del fortunatissimo “Come uccidono le brave ragazze”, la cui lettura risulta imprescindibile per la comprensione di questo secondo volume.

I personaggi, a parte qualche importante new entry, sono gli stessi: a partire dalla protagonista Pip e dal suo aiutante (ormai fidanzato) Ravi, alle famiglie, agli amici di sempre, ai sospettati veri o presunti della prima indagine, ai quali si aggiungono quelli della seconda.

Mentre si svolge il processo contro Max Hastings (lo studente spacciatore che drogava e stuprava ragazze ai calamity parties da lui stesso organizzati), Pip pubblica un podcast in cui riferisce sulle novità del processo stesso. Il podcast si chiama proprio “Come uccidono le brave ragazze”.

Nel frattempo, parte una nuova caso, che riguarda la famiglia di Connor, uno dei migliori amici di Pip. Quest’ultima, vista l’indolenza della polizia locale, accetta di mettersi al ricerca del fratello del ragazzo, che risulta scomparso nel nulla.

Del plot non svelo altro, ma vorrei esprimere un giudizio piuttosto negativo sul libro nel suo insieme.

Definirei debole la linea narrativa principale, perché troppo forzata; abbastanza fastidiosi i dialoghi tra Pip e Ravi, che cercano di rendere spiritosa ogni parola che si scambiano; inoltre è proprio il personaggio di Pippa in sé a subire un’involuzione rispetto al primo romanzo: non solo perché in alcune circostanze emerge il suo “cattivo sangue” e lei accetta di non essere più la studentessa perfettissima che era, ma soprattutto perché si muove tra le pagine con una sicumera degna di Hercule Poirot e si pone (meglio sarebbe dire ‘si impone’) di fronte ai suoi interlocutori (autorità comprese) come fosse il direttore della CIA.

Insomma, insopportabile, oltre che inverosimile.

Il libro si legge facilmente, è scorrevole e strutturato secondo il solito crescendo di suspence; ma se le motivazioni del crimine principale sono impossibili da prevedere, i colpevoli sono apparsi, ai miei occhi, abbastanza scontati.

Ero consapevole del fatto che sarebbe stato impossibile uguagliare i risultati del primo romanzo, ma mi aspettavo, comunque, qualcosa di meglio.

Casa editrice Rizzoli: http://rizzolilibri.it

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