Formule mortali

François Morlupi 📖

Nelle mie numerose letture “gialle”, mi sta capitando ultimamente sempre più spesso di imbattermi nei personaggi straordinari di alcuni ispettori (o investigatori o commissari) che i loro autori hanno dotato di grande verosimiglianza e spessore umano. 

E più sono strani e complicati, più mi piacciono. 

Eccomi dunque ad aggiungere alla lista il tormentassimo Biagio Maria Ansaldi, che tra crisi di ansia e ossessioni varie, da adulto paga profumatamente il conto di un’infanzia drammatica. Vi basti sapere che in ufficio, per contemplarlo ogni giorno a dovere, tiene appeso Nighthawks, il celebre dipinto di Hopper, che il commissario adora per “l’alone di tristezza e nostalgia” che lo permea e in quanto metafora della solitudine di cui è in cerca da sempre. 

Ma in questo libro il discorso si allarga, anzi, si moltiplica per cinque, dato che non il solo commissario emerge “a tutto tondo”,  ma anche gli altri membri della sua squadra: i cinque di Monteverde, appunto.

Ognuno con una caratterizzazione sua propria, una storia, un’attitudine peculiare. Diversi, non sempre allineati, solidali, molto più uniti di quanto pensino. 

Nella torrida estate romana del 2017, la squadra è messa a dura prova: “Abbiamo un omicidio nel quartiere. Non un omicidio qualunque, un vero orrore”. Con il passare dei giorni, i morti aumentano e l’inchiesta assume persino un carattere internazionale. 

Il titolo “Formule mortali” ci porta direttamente nel cuore dell’indagine: accanto ai cadaveri massacrati delle vittime spuntano l’equazione della relatività, il teorema di Pitagora, la legge di Boyle-Mariotte. 

Scienza, matematica, arte, storia, letteratura, religione, tecnologia…

nessuna disciplina è trascurata dall’interesse dell’autore, che dissemina tra le pagine continui riferimenti, richiami, citazioni.

Grazie a Salani editore per la gradita copia in omaggio. 

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