Gaslighting 📖 Hélène Frappat

Gaslighting

di Hélène Frappat

Traduzione di Marina Visentin

Neri Pozza, Bloom, 2024

256 pagine

19 euro (formato cartaceo)

9,99 euro (formato digitale)

Con il termine “Gaslighting” si indica il tentativo di manipolare una persona (preferibilmente una donna), facendola letteralmente “svaporare”, ovvero convincendola della sua in-sanità mentale. 

Originariamente, Gaslighting è il titolo di un film di George Cukor del 1944 (di cui un fotogramma è riprodotto nella copertina), un film ‘profetico’ (considerando la data), che Hélène Frappat analizza molto dettagliatamente nel suo saggio omonimo, di recente pubblicato da Neri Pozza, prendendo in considerazione le scene e i passaggi, anche simbolici, che meglio ne chiariscono il senso. 

Il film racconta la storia di Paula, una giovane donna manipolata dal marito Gregory che l’ha sposata solo per interesse e che “si diverte” a farla credere pazza, mentendole, ingannandola e riuscendo poco a poco a “spegnere” il suo cervello.

Il gaslight, infatti, risulta essere “uno spegnitoio delle coscienze”, il processo contrario all’ideale di emancipazione e di autonomia intellettuale diffuso dall’illuminismo nel XVIII secolo. 

La pellicola di Cukor, già anticipata nella tematica centrale da un film di A. Hitchcock del 1938 (La donna scomparsa), descrive in modo sorprendentemente efficace un fenomeno molto diffuso nella società americana del XX secolo, nella quale il Gaslight ha trovato uno spazio sempre più ampio “fino a diventare una delle espressioni più in uso nella lingua”. 

Proprio per questo, il termine è stato scelto come parola dell’anno 2022. 

Attraverso quello che Frappat definisce un “cambiamento di scala”, dalla sfera individuale e privata, questa parola è passata ad indicare anche fenomeni storici o politici di più vasta portata: sono frutto di gaslighting i tentativi di negare l’esistenza dei campi di sterminio da parte dei nazisti o le fake news, sempre più frequentemente utilizzate come strumento di screditamento dell’avversario nelle campagne elettorali. 

Ad esempio, Donald Trump è considerato un gaslighter coi fiocchi, visto che, durante le presidenziali del 2016, più volte ha sostenuto tutto e il contrario di tutto, smentendo puntualmente ciò che aveva affermato poco prima, al fine di detenere il ‘monopolio della verità’.

Dopo questa accurata introduzione, l’autrice propone al lettore una “tragicommedia in quattro atti”, ossia un’analisi dettagliata della vicenda simbolica di altrettante donne, tutte vittime di gaslighting. 

Per prima Alice, la zia di Paula, protagonista del film di Cukor, che diventa la sua controfigura perché ne replica la storia: entrambe sono cantanti liriche ‘ammutolite’, perché raggirate dallo stesso personaggio di Gregory.

Alice, inevitabilmente, è anche la ragazzina del libro di Lewis Carroll, che grazie al suo spirito critico, si salva dalla “logica svaporata del paese delle meraviglie, che rende folli”. 

Quindi, è la volta di tre eroine del mito classico, Elena, Cassandra e Antigone, che diventano simboli delle molteplici sfaccettature che il fenomeno può assumere. Il discorso si approfondisce attraverso esempi e considerazioni tratte dalla storia, anche recentissima, dal teatro, dal cinema, dalla letteratura. 

Un saggio acuto ed ironico, focalizzato su un tema attualissimo e scottante, che si presenta come “un manuale da combattimento” per molte donne, mettendole in guardia da chiunque voglia annichilirle, trasformandole in creature mute e invisibili.

Grazie Neri Pozza per la copia in omaggio 🌺

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