
“Non lo so, non so niente. Anzi, so che ho sedici anni. Li compio oggi. Portarmi al mare era il regalo per il mio compleanno.
Con un boato, la macchina dei miei genitori esplode. Una lingua di fuoco si alza su, fino al cielo.
Non piango. Esattamente sei anni fa ho promesso a mia madre che non l’avrei più fatto. Ci sono promesse di bambino che si mantengono tutta la vita”.
Inizia con Venti corpi nella neve (la prima edizione risale al 2013) la serie di indagini di Roberto Serra, il commissario nato dalla penna di Giuliano Pasini e protagonista di cinque romanzi, di cui l’ultimo, L’estate dei morti, è stato recentemente publicato dalla casa editrice Piemme.
In questo primo thriller, Serra deve risolvere un triplice delitto che affonda le sue radici in un tempo lontano, un evento le cui vittime, pure a distanza di tanto tempo, sembrano ancora gridare vendetta e chiedere giustizia (“la giustizia dei martiri”).
Mentre le indagini procedono, il lettore ha la possibilità di conoscere anche il protagonista, la cui esistenza è stata segnata in modo irreversibile dal fatto di aver assistito, impotente, alla morte violenta dei genitori nel giorno del suo sedicesimo compleanno.
Non a caso, il libro e la serie si aprono proprio con il racconto di questo episodio (14 agosto 1976).
Ambientazione – tre luoghi
- “Un minuscolo borgo sospeso sull’Appennino tra Modena e Bologna”
I fatti si svolgono a Case Rosse, un piccolo centro abitato situato nel cuore dell’Appennino emiliano, che ospita il commissariato più piccolo d’Italia.
In questi luoghi, Serra è percepito come uno straniero, un corpo estraneo rispetto alla comunità, che tiene a rimarcare il confine tra chi è “ed fòra” e chi è “di nòster”.
“Per la gente del paese, il poliziotto è Manzini. Un di nòster, come dicono. Dopo quattro anni, io resto un ed fòra, un forestiero”.
Durante le indagini, aleggia nei suoi confronti un’ostilità neanche troppo velata, come fosse un intruso o un ficcanaso e non un rappresentante delle forze dell’ordine.
- “…sulla sommità del colle che gli abitanti di Case Rosse chiamano Prà Grand, anche se sulle mappe è il Monte della Libertà”
Il triplice omicidio che segna l’avvio del romanzo è collegato al fattore ‘spazio’ non meno che alla dimensione ‘tempo’. Il luogo di ritrovamento dei cadaveri, il Prà Grand, è, infatti, per gli abitanti del posto, tristemente significativo, essendo stato lo scenario di un efferato eccidio avvenuto durante il periodo della guerra partigiana.
- “A me Piazza dei Martiri piace”
Piazza dei Martiri è il centro fisico e psicologico di Case Rosse, in cui convivono i simboli del potere civile (il commissariato e il municipio); del potere religioso (la chiesa particolarissima che ha la facciata rivolta verso lo strapiombo, l’abside rivolta alla piazza stessa); della memoria (il monumento ai Caduti della Resistenza, sormontato da un enorme e inquietante angelo, alto più di due metri); del tempo libero (l’osteria).
Tre personaggi
Benché il romanzo presenti diversi personaggi interessanti (ad esempio il vicequestore Sernagiotto -interessante in negativo-, Manzini, l’agente scelto collega di Serra, e il giornalista Mattia Bondi), spendo qualche parola in più per il protagonista e per le due figure più importanti che gli ruotano intorno.
Roberto Serra: l’abbiamo capito, è ‘l’eroe’ della serie. Dall’attentato subito dai genitori trae origine la sua decisione di lottare per la giustizia e dare pace alle vittime. Si trova a Case Rosse per una sorta di ‘disintossicazione emotiva’: a Roma, è stato membro del Nucleo speciale contro il crimine violento (“Dieci poliziotti in tutto, con le competenze più disparate”), diretto dal questore Augusto Bernini, e ha subìto pesantemente il contatto diretto con la morte, anche perché la sua caratteristica principale è la capacità di entrare in connessione empatica con le vittime. Questa dote, che per certi versi è un privilegio, ma anche una condanna, ha finito per distruggere il rapporto con Alice.
Alice Capelveneri: è la giovane dottoressa, con le efelidi, i capelli rossi e il naso storto, che a Roma, ai tempi del Nucleo, aveva intrecciato una appassionata, ma tormentata relazione amorosa con Roberto. Nella capitale Alice viveva per studiare medicina, dopo essere scappata da Bologna e da un padre, legale di prestigio, che avrebbe voluto vederla avvocato e associarla nel suo studio. Anche nel suo passato c’è un dramma, di cui non ama parlare con nessuno.
Augusto Bernini: il questore che dirige il Nucleo contro il crimine violento è un personaggio stratosferico, dalle “straordinarie capacità investigative” e dal “carattere impossibile”. “Uno sciamano scorbutico” che si muove “fuori dagli schemi”, con una filosofia investigativa tutta personale (da molti considerata antiquata), secondo cui i crimini possono essere risolti mettendo l’uomo e non la scienza al centro dell’indagine. “I delitti sono commessi da persone. Bisogna entrare nella loro testa per capire cosa è successo e perché”.
Tre motivi (tra gli altri) per leggere Venti corpi nella neve
L’intreccio
La trama del romanzo sviluppa parallelamente più filoni narrativi e presenta un’avvincente connessione tra presente e passato, sia nel caso del triplice omicidio, avvenuto nella notte di Capodanno del 1995, sia in quello della vita di Serra.
La storia è costruita attraverso un crescendo di tensione, che raggiunge il punto massimo con la scoperta dell’identità dell’assassino, un colpo di scena spiazzante che precede di poche pagine la conclusione del libro.
I temi
Come già anticipato dalla lirica di S. Quasimodo posta in epigrafe, uno dei temi fondamentali è quello della guerra, con tutto il carico di atrocità che le sono inevitabilmente legate. In particolare, Pasini ricorda un periodo specifico del secondo conflitto mondiale, quello della Resistenza, e riflette sulle tragedie scatenate dagli odi di parte, che rischiano di relativizzare il concetto di giustizia.
Altra tematica interessante è lo scontro tra due maniere antitetiche di interpretare il ruolo istituzionale che si riveste: Serra, con il suo modus operandi e la sua sensibilità esasperata, si oppone al raccomandatissimo e frettoloso vicequestore Sernagiotto, il quale rappresenta un ‘tipo’ di politico purtroppo molto comune nel nostro paese (il “nipote di…”), interessato alla propria notorietà più che al bene comune e disposto a tutto pur di prendersi meriti che pure non gli appartengono.
Non manca l’amore, declinato in forme diverse (ad esempio quello tra genitori e figli), ma presente soprattutto nella tormentatissima relazione tra Serra e la bella dottoressa, che il commissario non riesce a dimenticare, nonostante la rottura avvenuta qualche tempo prima.
Il protagonista
Tra i tanti, tantissimi commissari che popolano gli scaffali delle nostre librerie, Roberto Serra è l’unico che, durante le indagini, ‘danza’ (ma per capire il significato della ‘danza’, è necessario leggere il libro 😉).
…del modo meraviglioso in cui scrive Giuliano Pasini, vi parlo nei prossimi articoli 🪻
Grazie Piemme per la copia in omaggio 🌷
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Titolo: Venti corpi nella neve
Autore: Giuliano Pasini
Casa editrice: Piemme
Data di pubblicazione: febbraio 2023
Pagine: 311
Prezzo dell’edizione cartacea: 13,00 €
Prezzo dell’edizione digitale: 6,99 €
Sinossi
Non si può sfuggire per sempre al proprio passato, anche quando è pieno di dolore. A quest’amara consapevolezza, il sostituto commissario Roberto Serra deve arrendersi il giorno di Capodanno del 1995 quando la sua vita e quella di Case Rosse, il minuscolo borgo arroccato sui colli dell’Appennino in cui si è rifugiato, viene sconvolta da un feroce omicidio: alle prime luci dell’alba, un contadino rinviene tre cadaveri, tra cui una bambina, adagiati sull’erba gelata accanto a una stele che ricorda un’atroce strage avvenuta durante la Seconda guerra mondiale.
Da quel momento, sembra che la sorte voglia coinvolgere Serra in un gioco crudele, riportando a galla quanto credeva di essersi lasciato alle spalle: l’assassinio dei genitori, il male oscuro che l’affligge, la fine dell’unica relazione che per lui abbia mai significato qualcosa. E lo obblighi a rispettare una promessa fatta anni prima: non lasciare che il colpevole resti impunito, per dare a quei cadaveri senza nome la pace che meritano. Affinché i martiri riposino in pace , come recita la poesia incisa sulla stele vicino alla quale sono stati ritrovati i corpi. Venti corpi nella neve segna l’inizio della serie dei romanzi con protagonista Roberto Serra, poliziotto in perenne fuga da sé e animato da una feroce fame di verità, che in questa indagine sarà costretto a pagare un prezzo altissimo, perdendo la poca serenità che aveva conquistato nel suo esilio tra le colline per scoprire ferite che la gente di Case Rosse porta dentro da cinquant’anni. E che somigliano, in modo inquietante, alle sue.