I corvi scrivono romanzi gialli?

Elia P. Ansaloni 📚

Evelyn Bancroft, candidata a diventare la “nuova Agatha Christie”, la regina del mistero nel XX secolo, ha scritto per quarant’anni romanzi gialli che hanno per protagonista un detective greco, smilzo, energico, saccente e superbo:

“All’inizio era divertente scrivere di questo scapestrato, che doveva essere meno isolato di Holmes, meno pomposo di Poirot e meno cinico di Marlowe”

Lo scapestrato si chiama Balthazar Asterion Spyros e le ha dato la notorietà, ma per Evelyn, dopo tanto tempo e tanti volumi, è diventato un incubo (“ombra della mia vita, mosca nel mio piatto”). 

Se è vero che il secondo nome dell’investigatore ci riporta al mito del Minotauro (non a caso richiamato più volte all’interno del libro), è vero anche che il prigioniero del labirinto non è Spyros, ma proprio la scrittrice, “la regina scellerata” che – come una nuova Pasifae- lo ha messo al mondo e che non sopporta più la sua creatura, dalla quale, ormai, si sente limitata come autrice. Ogni romanzo che scrive le sembra “troppo simile ai precedenti”.

Ma, mentre la casa editrice dei gialli di Evelyn si appresta a organizzare un ricevimento in grande stile per festeggiare i quarant’anni della sua prolifica carriera, Spyros sembra prendere vita e smettere i panni dell’investigatore per indossare quelli dell’assassino: attraverso delle lettere firmate a suo nome, rivendica infatti la paternità di alcuni recenti delitti.

A Evelyn evidentemente spetta il compito di scoprire la vera identità della persona che si spaccia per il ‘suo’ detective e fermare altre, possibili, uccisioni.

In questa indagine, che intreccia il presente e il passato dei personaggi, la sua confidenza con il genere giallo la guida rapidamente alla soluzione del mistero.

Sembra che abbia lo stesso fiuto dei corvi citati nel particolarissimo titolo, i quali, come in una sorta di rispettosa veglia funebre, volano in stormo intorno al cadavere “quando scoprono la morte di un loro simile”.

Il libro si presenta come “un dattiloscritto di Evelyn Bancroft” (una sorta di recupero dell’espediente del manoscritto tipico dei romanzi storici), dunque è narrato in prima persona dalla stessa scrittrice. 

Ma il racconto è portato avanti con una sorta di controcanto o di voce fuori campo, costituita dalle annotazioni di Leigh, fratello dell’autrice, attore di professione, che ha girato tantissimi film e che è anche lui legato a un personaggio seriale, di nome Arktos (“il folle scienziato del gelo”).

Le numerose note aggiunte di suo pugno al dattiloscritto della sorella, in una sorta di dialogo a distanza, contribuiscono ad accrescere l’ironia, che già attraversa la maggior parte delle pagine del testo e che risalta anche in virtù dello stile assai raffinato dell’autore.

La parte più godibile è costituita dalle inserzioni metanarrative. 

Evelyn descrive il suo lavoro di scrittrice nel dettaglio, permettendoci così di entrare ‘nel laboratorio dell’artista’.

Inoltre la consumata esperienza come autrice di libri gialli le offre un colpo d’occhio privilegiato circa la figura dello scrittore, di cui vengono messi in evidenza spesso criticità e punti deboli:

“Uno scrittore è un’anima contorta che preferisce mettere su carta in duecento parole un singolo concetto che potrebbe esprimere a voce”

“Uno scrittore costruisce labirinti nei quali è il primo a perdersi”

Nel mirino dell’ironia caustica di Evelyn finiscono sia gli editori, condizionati da motivazioni di tipo esclusivamente economico nel giudizio su libri e autori, sia i critici che scrivono recensioni ‘cattivelle’:

“Ma chi entra nella villa di un editore per avvelenare un critico?
[…]
Un autore qualsiasi”.

Ringrazio la casa editrice per la copia in omaggio 🌷

Titolo: I corvi scrivono romanzi gialli?

Autore: Elia P. Ansaloni

Casa editrice: Delrai

Data di pubblicazione: febbraio 2024

Pagine: 250

Prezzo dell’edizione cartacea: 15,68

Prezzo dell’edizione digitale: 5,99

Sinossi

Devon, 1984. A quarant’anni dal suo primo libro, Evelyn Bancroft desidera una sola cosa: non dover più scrivere di Balthazar Spyros, l’insopportabile detective greco che ha fatto la sua fortuna ma che ha anche preso in ostaggio la sua carriera. Proprio mentre sta concludendo il nuovo caso che lo vede protagonista, Evelyn riceve una lettera firmata nientemeno che da Spyros in persona, il quale la invita a indagare su una morte archiviata come naturale. Si direbbe lo scherzo di un lettore troppo appassionato, eppure a quella morte ne fa seguito un’altra ancora più sospetta dopo una festa in onore di Evelyn. È possibile che Spyros sia davvero uscito dalle pagine dei suoi libri per vendicarsi della propria creatrice? Oppure si tratta di qualcuno di reale e fin troppo vicino a lei?

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