I vicini di casa

S. E. Lynes

Ispirato al caso di Madeleine McCann (che l’autrice nella conclusiva “Lettera al lettore” definisce “la scomparsa più celebre dei nostri tempi”), l’ultimo libro di S. E. Lynes racconta la drammatica vicenda di una famiglia ‘normale’, che, nel giro di pochi minuti, vede distrutta la propria felicità: la piccola Abi svanisce nel nulla, intorno alle otto di una mattina qualsiasi e la vita di Ava e Matt va in pezzi per sempre.

La narrazione parte dai primi momenti della scomparsa e prende in esame i giorni immediatamente successivi, tra ricerche, appelli e sopralluoghi della polizia. Poi passa all’anno seguente, ad un momento in cui ormai tutti si sono rassegnati al fatto che Abi non tornerà e i suoi genitori hanno avuto un altro bambino (Ava aveva scoperto di essere incinta la sera prima che la figlia sparisse).

Tutti si sono rassegnati, ma non la mamma, che continua ad arrovellarsi sui fatti di quel giorno, tra rimpianti e sensi di colpa. La sua testardaggine la porterà a ricostruire esattamente l’accaduto e a fare luce sul triste destino della sua bimba.

Il libro propone una serie di importanti colpi di scena, sapientemente posizionati all’interno del vari capitoli. Il finale si può definire a sorpresa (anzi, si potrebbe parlare di una sorpresa nella sorpresa) e mette in risalto una serie di bugie, di segreti e di colpe gravissime, che non trovano alcuna giustificazione legale né umana.

La scrittrice ha curato nei minimi dettagli la descrizione dei sentimenti dei genitori di Abi, in particolare di Ava: il panico dei primi istanti in cui realizza che la figlia non è più in casa; la disperazione della ricerca per le strade del quartiere; i rimorsi per aver lasciato la porta aperta ed essersi allontanata per qualche minuto, permettendo alla piccola di uscire di casa; l’incapacità di ricominciare a vivere, nonostante la nascita di Fred; un’impressione di vuoto, un’infelicità perenne, uno sconforto senza via di scampo che rasenta la follia. Tutto questo è realizzato con uno stile martellante, fatto di ripetizioni e iterazioni; uno stile, cioè, che riproduce l’ossessività dei pensieri di Ava:

La sua testa non c’è. I boccoli morbidi […] non ci sono.

Lei non c’è.

[…] No, non è vero. Non c’è. Non è sul passeggino.

Abi non c’è.

Attimo dopo attimo, battito dopo battito. Un orologio. un metronomo poggiato sul pianoforte che tiene il tempo.

Questa tecnica viene adoperata non solo per riprodurre i pensieri della donna, ma anche per ricostruire i fatti, che, pagina dopo pagina, si arricchiscono di nuovi dettagli e particolari. Persino una parola o una breve frase può fare in modo che nella mente di Ava si scatenino nuove ipotesi o nuovi sospetti. Un esempio può essere rappresentato da un dialogo tra lei e l’amica Bella, che sostiene: “…Neil ha fatto di tutto, a prescindere” (cap. 18). Ecco, su questo ‘a prescindere’ Ava torna a scervellarsi una decina di volte, da sola oppure parlando con Matt.

A fronte di una trama non unica nel suo genere, il modo di presentare i fatti e i pensieri dei protagonisti risultano i dati più particolari e incisivi del libro.

Editore: Newton Compton

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