Claudia Petrucci

“Da fuori sembra una normale casa a pianta quadrata, ma all’interno la pianta è rotonda. Un’idea che potevano farsi venire solo negli anni Ottanta. È molto grande, su tre piani, con un lucernario gigantesco”.
In via Saterna, in un quartiere bene di una Milano nebbiosissima anche d’estate, c’è una grande casa, che deve essere venduta all’asta a seguito del tracollo finanziario degli ultimi proprietari.
Alla metà degli anni ‘80, Dario, un architetto giovane e di belle speranze, riceve l’incarico di ristrutturarla. In quell’occasione, conosce Lidia, la padrona dell’immobile, che perde la testa per lui e per lui lascia lo storico fidanzato poco prima delle nozze. Grazie all’ambizioso disegno da lui realizzato, la sua carriera decolla; non così la sua storia con la giovane donna.
Quarant’anni dopo, c’è un’altra Lidia ad occupare via Saterna quando ad Irene, la curatrice fallimentare, viene affidata la vendita della casa (“Comunque, io sono Lidia”).
Irene, abilissima nel lavoro, ma in fondo ingenua, sta vivendo una fase particolare della vita. La crisi con il compagno, la sensazione del tempo che passa, il desiderio incerto di maternità ne fanno una donna fragile, alla ricerca di esperienze e sensazioni nuove e più autentiche. È lei, da sempre, la vittima inconsapevole del cerchio perfetto degli eventi.
Con uno stile elegante, a tratti enigmatico, Claudia Petrucci ci racconta una vicenda d’amore, di odio, di finzioni e tradimenti, che si consumano dentro la villa e a causa di essa.
Concepita a misura di Lidia, definita “magnifica” e “maestosa”, ma anche “stranissima” e “un suicidio immobiliare”, la casa di via Saterna è il centro intorno al quale ruota l’intero romanzo.
Con la sua apparenza ingannevole (quadrata fuori, circolare dentro), essa diventa una potente metafora di tutto il narrato.
P.S.: il mio intuito in questo caso non mi è venuto in aiuto…fino alla fine non ho capito niente 😃
Ringrazio Sellerio editore per la preziosa collaborazione.