
Il male che non c’è
di Giulia Caminito
Bompiani, 2024
272 pagine
18 euro (formato cartaceo)
11,99 (formato digitale)
Romanzo lirico e crudo insieme, l’ultimo libro di Giulia Caminito ci introduce al tema delicatissimo dell’ipocondria, il disturbo psichico che tormenta il protagonista Loris.
Divoratore di libri (la sua prima ossessione), dall’animo esasperatamente sensibile, assiduo frequentatore di siti internet e canali YouTube che si occupano di medicina e malattie, a trent’anni suonati, Loris non è ancora riuscito a “sistemare” la sua vita, né quella professionale, né quella privata.
Le sue esperienze lavorative sono temporanee e frustranti; la relazione con Jo, la fidanzata di sempre, è a un punto morto; i rapporti con i genitori, con il padre in particolare, sono tesissimi.
Ma di tutto questo, in realtà, a Loris importa poco: ciò che lo assorbe e giorno e notte lo assilla è questo male che non c’è (eppure c’è!), che lo fa vivere senza prospettive né speranze, concentrato solo sull’idea di essere affetto da una patologia incurabile (una qualunque), fino al punto di non poter concepire l’idea di essere sano, anzi, di voler essere malato a tutti i costi.
“L’ansia […] è diventata l’amante di Loris, la sua unica metà. Non c’è spazio per Jo in questa relazione monogama”
“…Quale scusa potrebbe addurre […] al bisogno di nutrire la propria malattia fino all’ultimo boccone?”
La moderna odissea del protagonista, tra visite mediche varie, gastroscopie, colonscopie e analisi di ogni tipo, si alterna ai ricordi dell’infanzia, dominati dalla figura di Tempesta, il nonno paterno che agli occhi del nipote assume le fattezze di un mito, un eroe invincibile, infallibile, insuperabile. È proprio la perdita del nonno a creare una frattura insanabile nell’animo fragile del protagonista.
Nel presente, l’unico supereroe che gli è accanto è il male da cui crede di essere affetto e a fargli compagnia è rimasta solo Catastrofe, una creatura multiforme, che cambia aspetto e natura ogni volta che appare (può essere un paguro o Anna Karenina), e che raffigura la proiezione fantastica delle sue paure, la personificazione del terrore che stia sempre per succedergli qualcosa di irreparabile.
L’intensa simbologia di cui il libro è ricco trova una sintesi nelle pagine dell’enigmatico epilogo, nelle quali sembrano riunirsi tutte le figure che ne sono state variamente protagoniste.
Grazie alla casa editrice Bompiani per la copia digitale in omaggio 🌺