Il peso del coraggio

Michele Navarra

È uscito ieri per Fazi editore (che ringrazio per la copia in omaggio) “Il peso del coraggio” di Michele Navarra.

Si tratta del quarto libro dell’autore dedicato all’avvocato Alessandro Gordiani.

Di Gordiani conosciamo la vita professionale e quella privata: due dimensioni che spesso si intersecano, considerato che sua figlia Ilaria, al secondo anno di Giurisprudenza, cerca spesso il confronto (e lo scontro) con lui; e che persistono sia una crisi matrimoniale “silente”, sia un’attrazione importante nei confronti della collega Patrizia.

Il caso che Gordiani è chiamato a trattare questa volta è tra i più spinosi e dolorosi. 

Difende Giancarlo Loria dall’accusa di aver premeditato l’omicidio del ped0filo che ne aveva violentato il figlio dodicenne e che in tribunale era stato assolto da tutte le accuse a suo carico. 

Con tutti i mezzi, anche non sempre del tutto legali, l’avvocato cerca di dimostrare che il suo cliente ha agito per legittima difesa e “in presenza di una causa di giustificazione”. 

Il romanzo solleva questioni di non poco conto. Di fronte a delle mostruosità, come quelle compiute ripetutamente dal dottor Emilio Fontana, ci si deve affidare alla legge e allo Stato.

Ma se questi commettono un errore di valutazione, come si comporta o come si dovrebbe comportare un comune cittadino (un padre, nella fattispecie)? 

Il pubblico ministero, nell’arringa finale, è perentorio: in ogni caso, l’imputato è colpevole perché si è fatto giustizia da solo e si è “autoproclamato giudice e giustiziere”. 

Gordiani non è convinto che questa tesi possa essere sempre applicabile: “per l’ennesima volta mi convinco che la categoria degli indifendibili esiste eccome, con buona pace di tutti gli avvocati che invece sostengono il contrario.”

L’autore riesce con estrema chiarezza a spiegare aspetti anche molto tecnici delle procedure penali, senza appesantire mai la lettura. Merito anche della capacità di arricchire il testo con l’inserzione continua di personaggi, episodi, dialoghi che fanno risaltare lo spessore umano di Gordiani e del suo entourage. 

Non manca il finale a sorpresa, anche se è una sorpresa che lascia un po’ l’amaro in bocca. 

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