Il quaderno dell’amore perduto 📖 ValĂŠrie Perrin

Il quaderno dell’amore perduto

di ValĂŠrie Perrin

Traduzione di Giuseppe Maugeri

Edizioni e/o, collana Dal mondo, 2023

336 pagine

16, 00 euro (cartaceo)

11,99 euro (digitale)

SINOSSI

La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l’una uguale all’altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere a Milly – un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia – e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène. Arrivata al capitolo conclusivo di un’esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza. Per Justine, salvare quei ricordi – quell’amore – dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Hélène e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi. Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l’amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d’impugnare la penna per scrivere il proprio destino?



RECENSIONE

Primo romanzo di Valerie Perrin, Il quaderno dell’amore perduto è un libro pervaso da un senso diffuso di malinconia, che ha per protagonista una ventunenne ‘atipica’.

Justine Neige condivide con le coetanee solo la passione per la musica e le serate in discoteca. Per il resto, vive con i nonni da quando, all’età di quattro anni, è rimasta orfana di entrambi i genitori, e lavora con gioia e buona volontà in una casa di riposo per anziani.

Ha l’abitudine di recarsi assiduamente al cimitero in cui, insieme agli zii che hanno perso la vita insieme a loro in un incidente stradale, sono sepolti sua madre e suo padre. 

“Vivi coi vecchi e coi morti. Sei proprio una tipa alternativa…»

Il titolo francese originale è I dimenticati della domenica (Les oubliĂŠs du dimanche), perifrasi con la quale vengono definiti gli anziani ospiti della casa di riposo in cui  lavora Justine, lĂŹ “parcheggiati” e non frequentemente visitati dai propri familiari. Attraverso la descrizione di tale contesto, Perrin affronta i temi della solitudine e della malattia, dell’abbandono e della fase finale della vita senza patetismi, ma anche senza sconti.

A questo suo lavoro la protagonista tiene moltissimo, visto l’affetto che prova per i suoi pazienti e il tempo, tanto, che dedica all’ascolto delle loro storie.

Dalla “trasmissione orale” di racconti dei degenti delle Ortensie, la giovane ricava il materiale per scrivere la storia della sua paziente preferita, la dolce Hélène, convinta di trovarsi ancora su una spiaggia con l’uomo che ha amato per tutta la vita: è questo il quaderno al quale si fa riferimento nel titolo italiano.

“Alle Ortensie ho la mia storia preferita. Si chiama Hélène. È la signora della stanza 19: l’unica che mi faccia sentire davvero in vacanza. E chi conosce il lavoro quotidiano di un’assistente in un reparto geriatrico sa che si tratta di un lusso. Il personale la chiama “la donna della spiaggia”.

La vicenda biografica di HĂŠlène, ambientata nella prima metĂ  del XX secolo, corre parallelamente a quella di Justine, intrecciandosi con i grandi eventi storici della guerra e dell’occupazione nazista della Francia e producendo una sorta di controcanto rispetto al filone narrativo principale.

Vari segmenti testuali (le chiacchiere con gli ospiti della casa di cura, i quaderni redatti da Justine, la vicenda di HĂŠlène, che non sapeva leggere e se ne disperava) celebrano di fatto il potere magico della parola: quella pronunciata, quella ascoltata, quella scritta. 

“Bisogna ascoltare, sempre, subito, perché il silenzio è dietro l’angolo”

Il silenzio – l’assenza di comunicazione- è una minaccia quotidiana per Justine, che ogni giorno rischia di perdere il contatto con uno dei suoi amati vecchietti, di vedere bruscamente (seppure non inaspettatamente) interrompere il flusso delle loro confidenze e delle confessioni.

“Per me, è cominciato tutto nel momento in cui hanno preso a raccontarci le loro storie. I vecchi non hanno altro da fare, quindi sanno raccontare il passato meglio di chiunque. Libri e film compresi.”

Nonostante le atmosfere piene di mestizia, complici anche l’ironia e l’autoironia della protagonista, la storia raccontata in questo libro è una storia d’amore o, meglio, di amori: familiari, proibiti, gelosi, teneri, resistenti al passare del tempo e, ovviamente, perduti (tanto per rimanere nei dintorni delle componenti lessicali del titolo). 

Anche se Justine ha degli amori perduti (per la madre e il padre, per il bel Roman dagli occhi azzurrissimi), il messaggio finale del libro non è disperante nĂŠ deprimente, anzi, invita a non rassegnarsi, a cercare il buono, nonostante tutto. 

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