Il senso dell’alligatore

Guido Sgardoli

Larry Nowak si trasferisce nella cittadina di Wytago (Vermont) per iniziare una nuova vita, dopo essersi miracolosamente risvegliato da un coma lungo sei anni, provocato da un terrificante incidente d’auto.

I suoi buoni propositi si scontrano con i pregiudizi di una comunità piccola e conservatrice, nella quale quasi tutti vedono l’ultimo arrivato come un estraneo, il nuovo come un pericolo; anche se, poco a poco, Larry comprende che il suo più grande nemico è proprio se stesso, soprattutto a causa della dipendenza da alcol e farmaci, da cui non riesce a liberarsi e che debilita un corpo e un cervello già duramente provati dalle esperienze pregresse. 

Le sue condizioni particolarissime gli consentono comunque di vedere “oltre”, di captare rumori, onde energetiche, aure colorate, flash e lampi di luce, che sono anche premonizioni, ma delle quali non sa dire se siano un privilegio o una condanna (“collisioni cromatiche e sensoriali alle quali stentava a dare un senso”). 

Si ha l’impressione di vivere a Wytago insieme a Larry, vista la cura che l’autore spende per descriverne gli abitanti (i vicini di casa, lo sceriffo e sua moglie, l’ex padrone di casa, il barbiere…) e non solo loro (l’investigatore, il giornalista, addirittura, indirettamente, l’ex fidanzata di Larry).

Persino i cani e i gatti curati dal protagonista, che è veterinario, finiscono per avere una fisionomia propria e inconfondibile…per non parlare del “simpatico” alligatore che gli si materializza intorno nelle occasioni più disparate (e spesso disperate).

Con un perfetto marchingegno a orologeria, la vicenda principale (la morte violenta e misteriosa di alcuni ragazzini), molto diluita nella prima parte del romanzo, si velocizza ed “esplode” nella seconda, lasciando il lettore spiazzato di fronte alla risoluzione del caso e, molto di più, di fronte all’epilogo.

Ringrazio la casa editrice Piemme per la copia omaggio. 

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