Lisa Jewell

“Come hanno fatto a volatilizzarsi nel nulla da un momento all’altro senza lasciare un’impronta, una goccia di sangue? Due persone non spariscono così. E’ assurdo, non trovi?”
Giusto un mese fa Neri Pozza ha pubblicato l’ultimo libro di Lisa Jewell, “La notte in cui lei scomparve”.
La storia è ambientata tra il 2016 e il 2018, nelle classiche e sempre affascinanti campagne inglesi, nelle vicinanze di un college, di un bosco, di una villa costruita alla metà ‘600: luoghi certamente noti agli appassionati del genere, ma che non perdono mai di interesse e di attrattiva.
Al centro della vicenda, la scomparsa di una coppia di diciannovenni.
Intorno ad essa, la tenacia della madre della ragazza sparita, l’intuito di una scrittrice di gialli, i tanti segreti delle persone più o meno coinvolte.
Con un continuo alternarsi di scene ambientate nel presente e altre relative ad un recentissimo passato, l’intreccio risulta strutturato in modo convincente, perché porta avanti in parallelo gli eventi dei mesi precedenti e quelli dei mesi successivi alla sparizione dei due ragazzi. Quasi fino alla fine, il lettore resta curioso di sapere cosa esattamente sia accaduto “la notte in cui lei scomparve”.
Intorno a questo fatto centrale, così ben strutturato, alcuni elementi del narrato restano, però, in sospeso: ad esempio, la giallista che tanto si impegna nella risoluzione del caso è in crisi con il compagno, ma non ci viene raccontato se e come la loro situazione si risolve; la madre della ragazza scomparsa è affascinata dal detective, ma non sappiamo se questa attrazione si concretizzerà nel corso del tempo. Si ha l’impressione, cioè, che alcune vicende parallele a quella principale siano avviate, ma poi non sviluppate a dovere.
La “lei” del titolo è Tallulah, una delle protagoniste, una ragazza dalla vita non semplice: nonostante possa contare sull’aiuto della madre, a 19 anni ha già un figlio, concepito con un ragazzo di cui non è veramente innamorata; in più, prova un’irresistibile attrazione per Scarlett, una sua coetanea, un’adolescente ricca e viziata, che però è capace di ammaliare chiunque venga in contatto con lei, di creare intorno a sé un gruppo di eletti (“un cerchio magico”) di cui tutti vorrebbero fare parte. La sua personalità conturbante e manipolatrice domina nel bene e nel male tutta la narrazione.
Se le due protagoniste risultano ben caratterizzate, non si può dire lo stesso di altri personaggi: qualcuno dei principali e quasi tutti i secondari sono delineati in maniera parziale, tanto che molti di loro finiscono per essere del tutto insignificanti sia come figure in sé sia all’interno dell’intreccio (esempio, il nuovo preside o l’investigatore).
La scrittura della Jewell, come sempre, è fluida, perfettamente adeguata ai contenuti; i colpi di scena ben dosati all’interno (soprattutto alla fine) dei brevissimi capitoli ci spingono a portare avanti la lettura per la curiosità di scoprire i colpevoli e i moventi.
L’autrice conferma la sua attenzione nei confronti dei personaggi femminili e di alcune tematiche attuali e delicate che li vedono protagonisti, spesso in negativo.
Grazie a Neri Pozza per la copia in omaggio