M. Robotham

Questa volta inizio dalla fine: il secondo libro è meglio del primo o no? Spero di non deludere, ma non lo so dire! I due volumi sono come uno solo: per capire bene il primo, bisogna leggere il secondo e, viceversa, il secondo non si può capire senza aver letto il primo. Io, poi, li ho divorati addirittura uno dopo l’altro, quindi non ho percepito differenze sostanziali. Spero piuttosto che la serie continui con altri volumi.
In questa seconda ‘puntata’, l’autore M. Robotham rivela alcuni importanti retroscena del passato di Evie, che erano rimasti in sospeso nella prima.
Non c’è un’indagine parallela, come in “Brava ragazza, cattiva ragazza”, perché la morte di
Hamish Whitmore, un investigatore della polizia in pensione da qualche mese, si rivela subito strettamente collegata al caso di Faccia d’angelo. Le indagini di Whitmore ne hanno determinato l’omicidio perché lo hanno portato a scoprire dei fatti gravissimi, in cui sono coinvolti degli “insospettabili” e degli “intoccabili”.
Naturalmente, visto il collegamento con Evie, Cyrus si getta subito in una pericolosa indagine non autorizzata, che coinvolge anche Sasha, l’ausiliaria della polizia che anni prima aveva trovato Faccia d’angelo nascosta ‘nei muri’ della casa di Terry Boland. Quest’ultimo viene definitivamente riabilitato: come era possibile intuire già dal primo libro, non era lui ad aver abusato di Evie e ad averla segregata, anzi, aveva perso la vita proprio per proteggerla (più volte la ragazza si riferisce a lui definendolo un gigante o un eroe). I veri ‘cattivi’ erano altri, molto meno scontati di lui.
Come nell’altro libro, i capitoli propongono l’alternanza dei punti di vista dei due protagonisti e, contemporaneamente, una continua oscillazione tra passato e presente: Cyrus ripesca molti ricordi della propria famiglia (abbiamo modo di conoscere di persona Elias, il ‘famoso’ fratello), Evie ripensa spesso ‘al buio’ da cui proviene e così ci svela tanti dettagli circa le agghiaccianti violenze fisiche e psicologiche di cui è stata vittima. Alla fine del libro riusciamo ad ottenere da lei le sospirate informazioni che avevamo cercato invano nell’altro volume: il nome, l’età, la provenienza, persino delle notizie sui genitori e la sorella.
Avevamo, d’altronde, intuito, che, pur avendo Cyrus e Evie impresso alla propria vita due indirizzi del tutto diversi, i traumi subiti nell’infanzia hanno creato un legame profondo tra loro:
“…mi piaceva l’idea di condividere quel giorno con lui, perché non ricordo di aver mai condiviso qualcosa di simile…fin quando non ho incontrato Cyrus e ho scoperto un altro sopravvissuto” (Cap. 28).
“Perché mi colleghi a lei?” […] “Una volta sei stato anche tu un bambino traumatizzato. E’ per questo che sei diventato uno psicologo. Se qualcuno doveva imbattersi in Faccia d’angelo, sospetto che dovessi essere tu” (Cap. 17).
Le esperienze vissute hanno lasciato ferite troppo profonde per essere dimenticate:
“Cyrus ha ragione. Non ho dimenticato niente. E’ vero il contrario. Sono ricordi che tiro fuori regolarmente e maneggio con cura, esaminando ogni bozzo, ogni graffio e ogni spigolo. E’ per questo che riesco a richiamare alla mente le voci, i volti, le urla. Non c’è modo di dimenticare” (Evie, cap. 54)
“Uno di loro mi disse di prendere i miei ricordi, chiuderli in una cassa con catene pesanti e lucchetti e buttare la cassa nella parte più profonda dell’oceano, sotto milioni di tonnellate d’acqua. Per un po’ ci provai, ma non funzionò. I ricordi sono ancora con me. Come lupi che mi danno la caccia nella foresta” (Cyrus, cap. 51).
Il libro è parte della collana Darkside di Fazi editore, che ringrazio per la copia in omaggio che mi ha offerto.
Leggi QUI la recensione del volume precedente, Brava ragazza, cattiva ragazza
Leggi QUI la recensione del volume successivo, Inseparabili