La ragazza di neve

Javier Castillo 📖

“Quando si vuole fare qualcosa nella vita, si hanno due opzioni: immergersi fino al collo e poi uscire dal fango in modo trionfale o aggirare la pozzanghera così da non dover lavare i vestiti.”

La protagonista di questo thriller, Miren Triggs, prima da studentessa di giornalismo, poi da professionista, nel corso di dodici, lunghi anni sceglie di immergersi fino al collo nella ricerca della piccola Kiera Templeton.

Dal suo professore preferito, Miren ha imparato che il vero giornalista investigativo è tenace e perseverante nel confermare ipotesi, “senza mai smettere di cercare”.  

Kiera è la bambina più famosa d’America da quando, a tre anni,  il 26 novembre 1998, qualcuno a NY l’ha rapita, durante una parata per il giorno del Ringraziamento.

Miren agisce anche in nome di un legame particolare e personale che sente con la bambina, nella quale si rivede e si riconosce, vista la terribile esperienza di cui è stata vittima poco prima che sparisse. 

“Quella notte di ottobre del 1997, non ho visto le fauci della tigre che avevo davanti, sotto le mentite spoglie di un sorriso, e ho afferrato la mano che mi ha condotta nella caverna più buia della mia vita”. 

“La prima volta che ho letto la storia di Kiera me la sono immaginata mentre prendeva per mano la mia stessa tigre, sorridente e lusinghiera, che le diceva che sarebbe andato tutto bene.”

Un thriller incalzante, senza momenti di stallo, sviluppato su diversi piani temporali, distribuiti tra il 1997 e il 2010, che, mentre racconta la storia delle ricerche di Kiera, solleva tantissimi interrogativi sui limiti del giornalismo di inchiesta, vista la tendenza di quest’ultimo a trasformarsi sempre più spesso in “macelleria mediatica”,  a nutrirsi di sensazionalismi e a “sbattere il mostro in prima pagina”.

Ringrazio Salani editore per la copia in omaggio e aspetto con ansia il seguito perché dal finale mi pare di capire che c’è molto margine per una seconda indagine di Miren Triggs.

Pubblicità