Ashley Audrain 📚

Come può una madre non amare il proprio figlio?
Come può un figlio non amare la propria madre?
Come può una madre amare disperatamente uno solo dei suoi due figli?
Nel suo libro d’esordio, Ashley Audrain si cimenta con un thriller psicologico ‘da brivido’, che ha per temi la maternità e le relazioni tra madri e figli(e) e li affronta in modo assolutamente non scontato.
Madri e figlie
Al centro del romanzo c’è Blythe, che funge anche da voce narrante e che nel presente narra la storia della sua vita passata. Il libro si presenta come una sorta di lettera-memoriale che la donna indirizza a Fox, il suo ex marito. Ad intervallare il suo racconto, alcuni capitoli che, ambientati ancora più indietro nel tempo, hanno come protagoniste Etta e Cecilia, che di Blythe sono anche, rispettivamente, la nonna e mamma.
“Le donne di questa famiglia, Blythe… siamo diverse. Vedrai.”
Questa infatti non è la classica storia d’amore: qualcosa di sinistro sembra legare queste donne, una pesante eredità che, di generazione in generazione, non permette di loro di vivere serenamente il fatto di essere madri. Anaffettive, fredde e del tutto prive di empatia, non provano alcun trasporto né tenerezza nei riguardi delle loro bambine. Etta trascura Cecilia, che ne soffre durante tutta l’infanzia e l’adolescenza, ma poi anche lei (che diventa madre per sbaglio) riserva a Blythe lo stesso trattamento. Blythe, a sua volta, nonostante, con suo grande dolore, sia passata inosservata per anni agli occhi di Cecilia e ne sia stata addirittura abbandonata, non riesce ad essere per Violet una mamma “normale”.
“Non voglio che impari a essere come me. Ma non sono capace di insegnarti a essere diversa”
Blythe e Violet
Blythe si vede circondata da madri esemplari, che vivono in simbiosi con i loro neonati e in loro funzione. Al parco giochi, nei negozi, per la strada percepisce l’amore unico che li lega, ma se ne sente tagliata fuori, incamerando sensi di colpa e rimorsi di ogni genere.
“Che cos’avevo fatto? Perché l’avevo voluta? Perché avevo creduto che sarei stata una madre diversa da quella che aveva fatto me?”
Violet, del resto, non aiuta: rancorosa, cupa e vendicativa, ha un rapporto privilegiato con il padre e tende ad escluderne Blythe.
“Lo sapevamo entrambi che aveva sempre voluto più te, fin dall’inizio.”
Nella bambina nota comportamenti ripetutamente inquietanti e pericolosi, ma a nulla vale parlarne con Fox, che difende la piccola a spada tratta.
Tertium non datur
Blythe è malata, non si è ripresa dalla depressione post partum oppure in Violet c’è veramente qualcosa che non funziona?
Blythe sembra essere veramente convinta della “cattiveria” della figlia, mentre il resto del mondo, a partire da Fox, la accusa di vedere ciò che non esiste e di non amare Violet in modo adeguato.
E’ pur vero in effetti che, in altri momenti del libro, vediamo come Blythe, anche a beneficio di estranei, costruisca una sorta di realtà parallela, compensatoria e consolatoria, nella quale tutti le sue aspirazioni si realizzano e tutti i sogni si avverano. Ciò sembra avvalorare la tesi di Fox e giustificare, almeno in parte, la sua disaffezione nei confronti della moglie.
L’abilità della scrittrice sta nel non lasciarci capire fino in fondo, nel tenerci in sospeso tra le due ipotesi.
Per capire la verità, si deve leggere il romanzo fino all’ultima riga, che riserva al lettore un bel colpo di scena.
Ma nel frattempo la situazione si è complicata ancora di più: quando le nasce il secondo figlio, Blythe impazzisce d’amore e finalmente prova quello che tutte le donne dicono di provare.
A periodi di relativa e apparente serenità vissuti durante il primo anno di vita di Sam, segue una serie di eventi drammatici che distruggono la vita della protagonista: ma questo lo sappiamo da subito, perché nel primo capitolo leggiamo di Blythe che, non vista, spia dall’esterno la casa in cui vivono Fox e la sua nuova famiglia ed è proprio da questo punto che parte il racconto all’indietro nel tempo che costituisce il romanzo stesso.
Insomma, una lettura intensa, profonda, a volte cruda per la sincerità con la quale affronta temi “intoccabili” e quasi sacri.
Dopo La spinta, nel 2023 Ashley Audrain ha pubblicato un secondo romanzo, Sussurri (per leggere la recensione, clicca QUI), per alcuni aspetti molto vicino a questo.
I due libri condividono, ad esempio, il genere, cioè sono entrambi thriller domestici e psicologici; e il tema principale, cioè la maternità e il modo di viverla da parte di diverse donne.


Titolo: La spinta
Autore: Ashley Audrain
Traduzione: Isabella Zani
Casa editrice: Rizzoli
Data di pubblicazione: 2022
Pagine: 352
Prezzo del formato cartaceo: 12,00
Prezzo del formato digitale: 7,99
SINOSSI
Essere madri è il mestiere più difficile del mondo. Una verità incontrovertibile, soprattutto per una donna come Blythe. Eppure, nonostante la sua storia, ci aveva provato ad avere la famiglia perfetta. Pensa a questo ora, seduta in macchina alla vigilia di Natale, mentre spia la nuova vita di suo marito, e due occhi la spiano di rimando: Violet, la sua enigmatica figlia.
Negli anni, Blythe si è chiesta se sia stata la sua infanzia fatta di vuoti e solitudini a impedirle di essere una buona madre, o se invece qualcosa di incomprensibile e guasto si nasconda dietro le durezze e lo sguardo ribelle di Violet. Quando ne parlava con Fox, il marito ormai ex, lui minimizzava, fino al giorno di quel tragico incidente che ha cambiato le loro vite.
Adesso Blythe è pronta a raccontare la sua verità, e la sua voce ci guida dentro la complessità del rapporto tra una madre e una figlia, esplorandone senza pudori gli abissi. Viscerale, onesto fino alla brutalità, la lettura della Spinta colpisce come un pugno dritto allo stomaco.