La suggeritrice 📖 Emanuela E. Abbadessa

La suggeritrice

di Emanuela E. Abbadessa

Neri Pozza, Bloom, novembre 2024

304 pagine

18,50 euro (cartaceo)

9,99 (digitale)

Pubblicato all’inizio del mese di novembre da Neri Pozza, La suggeritrice è l’ultimo, intenso romanzo di Emanuela E. Abbadessa. 

Un romanzo che, per come è pensato, strutturato e scritto, può essere letto come un tributo all’Arte in alcune delle sue declinazioni, quali la letteratura, la danza, la musica, e non solo perché i personaggi principali sono una pianista e una ballerina e perché si parla continuamente di compositori, balletti, libri e sinfonie, ma soprattutto per la funzione che l’Arte stessa riveste nelle vite delle due protagoniste: essa consente infatti la piena realizzazione di sé, in quanto forma di emancipazione e di espressione delle proprie potenzialità. 

Del resto, l’idea di partenza del libro è già di per sé letteraria, dal momento che esso si può considerare come una rielaborazione e una modernizzazione della storia di Cyrano de Bergerac, il celebre spadaccino nato dalla fantasia di Edmond Rostand, che presta la penna all’amico innamorato della donna che anche lui ama, indirizzandole, a nome dell’altro, lettere piene di sentimento e passione. 

E’ Franca, una delle due protagoniste, ad ereditare da Cyrano tratti fisici, attitudini e abilità: il naso ingombrante, l’abilità nel maneggiare uno strumento (nel caso di Cyrano, la spada; in quello di Franca, il pianoforte), la capacità di scrivere lettere e giocare con le parole, ammaliando il destinatario. È proprio lei “la suggeritrice” di cui si legge nel titolo del romanzo.

Franca, “non […] bella, non […  ] alta e non […] abbastanza aggraziata”, è una pianista che lavora nella scuola di danza di Madame Petrenko (quest’ultima è una figura piena di fascino, una sorta di grillo parlante, che sempre con sincero spirito critico, di Franca legge e interpreta azioni e stati d’animo). 

Franca ha rinunciato alla vita nel momento in cui ha abbandonato il sogno di diventare solista e compositrice e da allora, pur avendo meno di trenta anni, vive una condizione di “senilità”, un’esistenza appartata, silenziosa, rinunciataria nei confronti dei piaceri e delle relazioni sociali.

“Aveva eliminato dalla sua vita la speranza di un amore perché piuttosto che sentirsi rifiutata, preferiva illudersi di essere lei stessa a prendere le distanze dai sentimenti”

Quando conosce la giovane ballerina Cristiana Villa, l’amicizia e, dopo poco, l’amore deflagrano nella sua modesta esistenza, modificandone il corso per sempre. 

Sicuramente meno colta e brillante della pianista, Cristiana è un’ingenua, una eterna bambina innamorata dell’amore, che sogna il principe azzurro e ha bisogno di una guida e di un supporto. Franca, del resto, ha bisogno a sua volta di guidare e di supportare, di sentirsi indispensabile per qualcuno: 

“No, il loro incontro era avvenuto proprio nel momento giusto, quello in cui Cristiana aveva bisogno di una guida e lei di luce. Fosse anche luce riflessa.”

Cristiana non legge romanzi né tanto meno libri impegnati, come invece fa Franca, ma riviste e rotocalchi alla moda. Non ha argomenti di conversazione, sa parlare solo di ballo. Ma quando sale sul palco, sia esso rappresentato dalla sala prove della scuola di Madame, o dalla scena del S. Carlo, della Scala, o del Royal Ballet, danza come un cigno, volteggia come una fata, irradia una luce che la rende divina, oggetto di invidia e di desiderio.

“…fuori dalla scena quella ragazza è talmente spaurita che temevo per lei”.

La pianista sorrise, scuotendo la testa.

«La danza è il suo elemento. Cristiana è come un pesce, scesa dal palco boccheggia ma quando balla si trasfigura e diventa divina» spiegò”

Ecco, questo romanzo racconta anche delle complementari diversità delle due protagoniste, della crescita reciproca che esse comportano per entrambe, pur tra le luci e le ombre che tagliano trasversalmente il loro rapporto, soprattutto dal momento in cui un terzo elemento, il distinto professor Carlo Cattaneo, si inserisce nel loro microcosmo. 

Concentrata anche su una costante riflessione circa le sfaccettature che possono assumere l’Amicizia e l’Amore, la scrittura di Abbadessa appare potente e corposa, sorretta dall’alto livello delle scelte lessicali, dalla forza delle metafore e dalla musicalità dei periodi.

“Era vero, Franca non era bella, non era alta e non era abbastanza aggraziata ma, in quel momento, pareva che avesse acquistato una forma statuaria: era una parca impazzita nell’atto di recidere il filo della sua stessa vita; era la giustizia che, toltasi la benda, aveva deciso di accecarsi in modo permanente con una lama arroventata; era Atena pronta a muovere guerra”


Tratti stilistici che intensificano il messaggio del romanzo, elevandolo al rango di vera e propria opera letteraria.

Grazie a Neri Pozza e a Giulia Maselli per la copia omaggio ✨

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