L’ora blu 📘 Paula Hawkins

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L’ora blu

di Paula Hawkins

traduzione di Rachele Salerno

Piemme, 2024

352 pagine

19,95 euro (cartaceo)

10,99 (digitale)

L’ora blu è un libro enigmatico e sfaccettato, con una trama difficile da riassumere in poche righe. 

Valutarlo solo dal punto di vista della sua aderenza al genere thriller potrebbe risultare abbastanza deludente; la sua forza risiede, semmai, in altri spunti e in altre suggestioni.

Il grosso del romanzo ruota attorno all’eredità di un’artista contemporanea di grande fama, Vanessa Chapman, che, destando un certo scalpore, alla sua morte ha devoluto tutte le sue opere alla fondazione gestita da un suo ex amante, il quale, alla fine della loro liaison, era diventato anche uno dei suoi grandi nemici.

“Il contenuto del testamento di Chapman è stato uno shock per tutti nel mondo dell’arte. Nessuno immaginava che avrebbe lasciato il suo intero patrimonio artistico a Fairburn, la fondazione creata da Douglas Lennox, il padre di Sebastian, nonché ex gallerista di Vanessa e, per l’ultima parte della sua vita, suo acerrimo nemico.”

Tuttavia, dal testo emergono con forza altri personaggi e altri filoni narrativi, che, sebbene risultino tutti più o meno collegati alla vicenda primaria, finiscono per rendere l’intreccio multiforme e multifocale

Tale compresenza si riflette sulla linea del tempo (non lineare, ma frammentata tra passato e presente) e sul tipo di narratore: alla terza persona di molti capitoli si alterna la voce narrante di Vanessa in molti altri, che si configurano come pagine dei suoi diari e che supportano il resto del racconto, o anticipandolo o offrendo un diverso punto di vista su di esso. 

Queste pagine risultano essenziali, poiché consentono di “sentire” la voce della protagonista anche dopo la sua morte, di comprendere meglio il personaggio e soprattutto le suggestioni artistiche e creative. 

Descritta da critici e giornalisti come “difficile, sgradevole, suscettibile, scontrosa e testarda, Vanessa è una moglie ripetutamente tradita, ma anche una “rovina famiglie”; una donna che ha sempre desiderato la libertà (di essere, di “fare”), pur consapevole dei sacrifici che la realizzazione di questo desiderio comporta; che fino alla fine ha vissuto per la sua arte:

“L’arte è eredità, è conforto. Calma, consola, stimola. È lavoro. È quello che fai tutto il giorno. È come risolvi le cose, come capisci il mondo. È l’occasione per ricominciare, per cambiare pelle, per vendicarsi, per innamorarsi. Per essere buoni. Per vivere a lungo.”

Oltre che nei diari di Vanessa, le sue creazioni rivivono nella passione di un altro protagonista, il giovane Becker: studioso, critico e curatore della sopracitata fondazione, egli incarna un tipo di approccio ‘sentimentale’ all’opera d’arte (quello che si emoziona e si commuove di fronte ad essa), opposto a quello più affaristico di altri personaggi, che la giudicano solo come un business, come una fonte di guadagno materiale.   

Grande protagonista è anche Eris, l’isola non-isola su cui sorge la casa di Chapman, circondata da rocce scoscese e da un bosco misterioso, battuta periodicamente da violente tempeste nonché dall’alta marea che la separa quasi ogni giorno per diverse ore dal resto del mondo. 

“Una quasi-isola, collegata alla terraferma da una strada lunga circa un chilometro e mezzo. Per dodici ore al giorno, in due fasce da sei ore ciascuna, la strada che porta alla costa è percorribile a piedi o a bordo di un veicolo. Quando la marea sale, Eris è irraggiungibile”

Con la sua natura maestosa e imponente, Eris è fonte di ispirazione per molti dei dipinti di Vanessa e metafora della sua tanto ambita libertà:

“Questa libertà è inebriante
mangio quando mi pare
lavoro quando mi pare
vado e vengo quando mi pare.
Non rispondo a nessuno, solo alla marea.”

Al contrario, per Grace, intima amica di Vanessa da diversi anni, nonché sua esecutrice testamentaria, Eris simboleggia l’isolamento e la solitudine che sembra perseguitarla da tutta la vita (l’altra grande tematica del libro, oltre alla celebrazione dell’opera d’arte e del processo creativo). Grace è una dottoressa che ha investito gran parte dell’esistenza nella ricerca di qualcuno su cui riversare il proprio affetto e di cui prendersi cura (è medico, non a caso). Ma ogni volta, si rende conto che la sua fiducia è stata riposta nella persona sbagliata o che forse è lei stessa ad essersi creata aspettative eccessive.

Sullo sfondo, la figura fantasmatica di Marguerite, una settantenne malata di Alzheimer che vive nell’angoscia del ritorno del marito violento, pur essendo quest’ultimo sparito da più di vent’anni.

Comunque lo si voglia leggere, dunque, il libro impone una riflessione sulle relazioni tra uomo e donna e sui rapporti umani in generale, poiché presenta un insieme di figure che intrecciano tra loro rapporti contraddittori, spesso violenti e non sempre trasparenti; chi per una ragione, chi per un’altra, essi risultano circondati da un alone di “sospettabilità” e di ipocrisia che neanche alla fine si dirada completamente.

Grazie Piemme per la copia omaggio 🌼

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