Kimi Cunningham Grant 📖

Questo libro, edito circa un mese fa da Neri pozza (che ringrazio per la copia in omaggio 🌷), ci porta a riflettere sull’egoismo con il quale a volte, pure senza volerlo, facciamo del male a chi amiamo di più.
È la storia di Kenny, che dopo aver vissuto l’esperienza della guerra in Medio oriente e dopo aver perso l’adorata compagna, fugge nei boschi a vivere con la figlioletta di pochi mesi, terrorizzato al pensiero che i nonni materni gliela portino via, giudicandolo inadeguato a crescerla.
Passano otto anni e Kenny e la sua bambina vivono ancora isolati da tutto e tutti. Inevitabilmente, hanno una relazione profonda con la natura, assumono addirittura nomi di animali: lui si fa chiamare Cooper (come un tipo di sparviero), mentre Grace Elisabeth è Finch (fringuello).
Ma le necessità materiali e l’entrata in scena di alcuni personaggi “extra” costringono Cooper a mettere in discussione le sue scelte di vita e a rivedere tutti i divieti imposti a Finch per la paura di perderla.
La piccola Finch non va a scuola, non ha amici, non sa cosa siano una televisione o un telefono. Le fanno compagnia gli animali (conosce alla perfezione il nome e le caratteristiche di varie specie) e i libri: la baita in cui vive è piena di classici antichi e moderni, che la bambina impara a leggere e ad amare prima del tempo. Tra i suoi preferiti, Walt Whitman, di cui recita ripetutamente versi a memoria; e Ovidio, dal quale apprende il mito di Apollo e Dafne, che le interessa molto per la metamorfosi “arborea” della ninfa.
L’ambientazione è senza dubbio affascinante. Alberi a non finire, aceri, ontani e platani (uno in particolare, “perfetto e magnifico, che Finch ha battezzato Il Re degli alberi”); un fiume dal “suono rilassante, attutito e pacifico” e poi valli, prati, cervi, orsi…un vero e proprio “regno”, che possiamo annoverare a buon diritto tra i protagonisti del romanzo.