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Da anni ormai è esplosa ovunque la passione per il “True crime”, il racconto-rielaborazione di crimini realmente accaduti.
I contenuti realistici, il mistero che avvolge ancora molti di questi casi, una certa morbosità del pubblico assicurano un successo sempre maggiore a chi se ne occupa, sia se i fatti vengono ricostruiti secondo modalità ormai definibili tradizionali (un libro o un film), sia, e ancora di più, se essi sono veicolati secondo tecniche nuove di storytelling (podcast, serie, video, docufilm, ecc).
Vista dunque l’attualità del genere, ripropongo in questo approfondimento alcune delle recensioni di libri di questo tipo che ho letto nell’ultimo anno .
Medioevo noir

Non per ordine cronologico di lettura o di pubblicazione, ma in riferimento al periodo storico trattato, il primo libro che recupero è un saggio di Carlo Lucarelli e di Massimo Picozzi, edito Solferino (ottobre 2023), che si intitola Nero come il terrore e costituisce il terzo volume di una Storia dell’omicidio che ha visto prima la luce su Audible e solo in un secondo momento è stata trasferita su ‘carta’. In questo caso, come si legge nel sottotitolo, i due autori ripercorrono la “Storia dell’omicidio nel Medioevo”.
Perché ad assicurare il riscontro del pubblico, poco importa il “quando”, l’essenziale è che ci troviamo in presenza di un crimine (o più di uno) realmente commesso e documentato.
Per la recensione completa, clicca QUI.
Nel mettere in ordine gli articoli, mi sono resa conto di aver letto testi su alcuni dei più celebri casi italiani di cronaca nera, alcuni “archiviati” (almeno dal punto di vista giudiziario), altri ancora aperti.
Uno di questi testi, Quei bravi ragazzi del Circeo, è, appunto, il racconto romanzato del cosiddetto ‘delitto del Circeo’, uno dei crimini più discussi degli ultimi cinquant’anni della nostra storia, intorno al quale si aprì all’epoca un ampio dibattito, anche mediatico (per come era possibile nel 1975), con l’intervento di intellettuali del calibro di Italo Calvino e di Pier Paolo Pasolini (che, tra l’altro, fu ucciso poche settimane dopo i fatti stessi del Circeo in circostanze ancora tutte da chiarire).
“Il movente? Il movente, caro Fabio, è l’omicidio stesso. Il gusto di uccidere. Come al Circeo, trent’anni fa”
Lugli -Del Greco, Quei bravi ragazzi del Circeo
Per approfondire il caso con dei contenuti recenti, ti consiglio la miniserie Circeo (andata in onda su Rai 1 nel 2023) o il film Netflix La scuola cattolica (2023), che si ispira all’omonimo libro di Edoardo Albinati, pubblicato da Rizzoli e vincitore del Premio Strega nel 2016.
Per leggere la breve recensione, clicca QUI


Nello scorso dicembre mi sono avvicinata per la prima volta all’incredibile vicenda di Donato Bilancia, leggendo Il torto di Carlo Piano. Un saggio che, con una precisione impeccabile, ricostruisce la storia del “serial killer dei treni” e che, non a caso, si è aggiudicato il Premio dei lettori al miglior romanzo noir del 2023, in occasione del concorso Scerbanenco dello scorso anno.
Al di là dell’interesse per l’argomento e della piacevolezza dello stile, va segnalato il parallelismo, che percorre tutto il testo, tra il lavoro dell’autore e il viaggio di Dante all’Inferno: una discesa progressiva verso il Male, che si incarna nella storia in forme sempre diverse.
E’ proprio insistendo su questo aspetto (a me particolarmente caro) che ho strutturato la recensione, di cui vi lascio QUI il link.
“La banalità del suo male era disarmante. Walter era l’uomo qualunque. Il mostro da niente che abita la ringhiera accanto”
Carlo Piano, Il torto
Molto di recente ho letto due testi che riguardano il Mostro di Firenze (Nessuno) e la sparizione-rapimento di Emanuela Orlandi (Diventeremo amiche). Due misteri agghiaccianti, che accompagnano la cronaca del nostro paese, come una sorta di sottofondo storico, e dei quali tutti abbiamo sentito parlare, anche senza farlo apposta, anche senza necessariamente volerne approfondire la conoscenza.
Due enigmi di cui non si riesce (o non si vuole riuscire) a venire a capo, benché molto diversi per caratteristiche e modalità, che hanno scosso e interessato l’opinione pubblica per decenni e continuano a raccogliere consensi, in qualsiasi modo vengano affrontati, visto che puntualmente si torna a palarne, come fossero vicende di stretta attualità.
Questi due libri sono differenti tra loro, soprattutto perché quello che riguarda il caso Orlandi non nasce con la volontà di svolgere un’inchiesta o di ricostruire il caso in modo ‘scientifico’, ma è un intimo memoir in cui la scrittrice, Anna Cherubini, ricorda la vita di Emanuela mettendola in parallelo con la propria.
La modalità narrativa di Nessuno è anch’essa particolare, dal momento che, attraverso l’espediente della focalizzazione multipla, una o più voci diverse, tutti di persone più o meno direttamente vicine alle vittime, raccontano gli otto delitti del Mostro, evitando un classico, ma monotono elenco di crimini e assicurando al lettore un più elevato livello di pathos.
E a proposito dei nuovi canali di comunicazione e di divulgazione del genere, è interessante notare come l’idea di scrivere Diventeremo amiche sia nata dopo la visione del docufilm Vatican Girl (Netflix); Nessuno ha alle spalle, invece, un precedente podcast realizzato dagli autori Edoardo Orlandi e Eugenio Nocciolini (Spotify).
Ultima osservazione riguarda la -spaventosa- coincidenza cronologica di alcuni casi: nel settembre 1975, al momento del Delitto del Circeo, il Mostro di Firenze aveva già all’attivo il primo duplice omicidio (1974), mentre a poche settimane dalla sparizione di Emanuela Orlandi (22 giugno 1983), avrebbe commesso il sesto, uccidendo, forse per errore, i due turisti tedeschi Horst e Jens-Uwe (9 settembre 1983). Gli assassinii di Donato Bilancia (tredici) si sono verificati, invece, anni dopo, nei mesi tra settembre 1997 e aprile 1998.

Più che un mostro, sembra che dietro ci sia uno spettro
Nocciolini – Orlandi, Nessuno
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Ho camminato sui tuoi stessi passi, facendo tante cose che facevi tu, quasi una tua ombra. L’ombra di un fantasma.
Anna Cherubini, Diventeremo amiche
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