
Quella notte a Saxa Rubra
di Maurizio Mannoni
La nave di Teseo, novembre 2024
224 pagine
18,00 euro (cartaceo)
9,99 (digitale)
“Io ho la sensazione che Giovanni sia incappato in qualcosa di brutto. Molto brutto. E devo provare a scoprirlo. Glielo devo”
A quattro anni dalla morte dell’amico fraterno, il protagonista e io narrante sente il dovere morale di scoprire cosa si nasconde dietro l’ultima, drammatica notte a Saxa Rubra di Giovanni, brillante giornalista e volto storico di Rai tre.
Il romanzo di Maurizio Mannoni, che segna l’ingresso dell’autore nel mondo della narrativa, racconta proprio di questa indagine tutta personale, benché tardiva, volta a fare chiarezza su un evento tanto sconvolgente quanto inspiegabile e presto caduto (lasciato cadere) nel dimenticatoio, visto lo scandalo che avrebbe potuto suscitare.
Un romanzo crudo, che con grande semplicità e tanto realismo descrive alcuni dei meccanismi di funzionamento della televisione pubblica, da sempre condizionata dalle fortissime ingerenze dei partiti politici, dalle pressioni dei governi, dalle ambizioni del direttore di turno.
Prima che anche i giornalisti più appassionati, i reporter più coraggiosi finissero stritolati dalle logiche squallide del potere, tra mille difficoltà, aveva provato ad essere diversa la terza rete, con i suoi programmi di denuncia, la sua ricerca di un contatto diretto con la gente e quel giovanissimo tg, assegnato all’opposizione, “nella logica stringente della lottizzazione”.
“Quella terza rete era fuor di ogni dubbio la punta avanzata di quella Rai e aveva riportato al servizio pubblico una fetta di telespettatori che l’avevano abbandonato, stanchi dei soliti programmi, dell’informazione paludata e irregimentata e di protagonisti logori.”
A questo contesto appartengono i personaggi più importanti del romanzo, a quel mondo all’apparenza luccicante, che Mannoni, dopo averlo tanto frequentato, in parte denuncia, in parte ricorda con nostalgia e in parte anche celebra, tributando un omaggio a colleghi e colleghe di una vita: essi si avvicendano tra le pagine di un intreccio che è frutto di pura fantasia, ma nel quale, ogni tanto, spuntano fuori figure ‘vere’ e notissime al grande pubblico (tra gli altri, Ilaria Alpi, Giovanna Botteri, Federica Sciarelli, Michele Santoro).
La fotografia scattata da Mannoni, che immortala in chiaroscuro Mamma Rai e in buona sostanza anche una bella fetta della cultura del nostro paese, dicevamo, è conseguenza diretta dell’inchiesta del protagonista circa la morte dell’amico.
Ma questa stessa inchiesta fa capo ad un altro lato del romanzo, decisamente più poetico e appassionato, cioè quello che racconta la storia d’amore tra Giovanni e la giovane e bellissima Angela.
Amore travolgente, anche perché impossibile, unione di due anime elette, raccontato anche attraverso le parole dei poeti (soprattutto Pessoa), il legame tra il maturo giornalista di Rai tre e la redattrice alle prime armi è il filo conduttore intorno al quale si dipana l’intero intreccio, il nodo concettuale da cui dipende tutto il narrato.
Sviluppato con un andamento non lineare, fatto di continui viavai tra presente e passato più o meno remoto, il racconto mette in rilievo la purezza di questo sentimento che non può sopravvivere in mezzo al fango di quel mondo squallido e corrotto.
Il viaggio nel tempo del protagonista, tra i ricordi della vita professionale e privata, l’inizio del rapporto tra Angela e Giovanni e le ricerche successive alla scomparsa di quest’ultimo, diventa anche un viaggio dentro se stesso, un faccia a faccia con i propri sensi di colpa e le responsabilità; ma è anche un viaggio reale in un’Italia diversa, più tradizionale e rurale, come quella del Sud già raccontata da Carlo Levi, o quella dell’amata Lunigiana, i cui abitanti trascorrono il tempo giocando alla “bala”, prima di tornare a lavorare nei campi.
Ringrazio La nave di Teseo per la copia in omaggio 🌺