Camilla Ghiotto

Nel suo primo libro, Camilla Ghiotto ripercorre la storia del suo rapporto con il padre, il partigiano Renzo Ghiotto.
Un rapporto non semplice, vista la notevole distanza anagrafica che li separava: al momento della nascita della sua unica figlia, Renzo aveva infatti già 75 anni. Quando, in terza elementare, un compagno di scuola, riferendosi a lui, le aveva domandato: “È tuo nonno?”, per la prima volta Camilla aveva percepito la differenza abissale che correva tra i padri degli altri bambini ed il proprio.
Un papà impegnativo, Renzo Ghiotto, classe 1924, partigiano, detto Tempesta, amico fraterno di Luigi Meneghello, innamorato della filosofia, lettore avido, ma anche scrittore, leale, libero, coraggioso sempre.
Di lui Camilla si rende presto conto di sapere pochissimo: troppo lunga e intensa, in effetti, era stata la vita che aveva vissuto prima della sua nascita. Mentre lei, adolescente, aveva bisogno di una figura paterna attiva, sentiva che suo padre era già da tempo entrato “nella stagione del pensiero”.
Solo dopo (e nonostante) la morte di lui (dicembre 2016), la giovane, allora diciassettenne, ha sentito la necessità di provare a conoscere e capire nel profondo chi fosse veramente suo padre.
Questo viaggio, sofferto, ma proficuo, a ritroso nel tempo e nello spazio, verso la conoscenza di Renzo e di se stessa, la porta nei luoghi che avevano scandito tappe fondamentali della vita di lui, come le Malghe (dove Renzo era sfuggito ad un rastrellamento) o addirittura l’Argentina (la terra “al confine del mondo” dove il padre aveva abitato vent’anni, dopo la guerra) e la mette faccia a faccia con i libri ai quali lui aveva affidato i suoi più profondi messaggi. Soprattutto i manoscritti che raccontano i drammatici ed eroici mesi del 1944, e che non Renzo, ma Camilla pubblica per la prima volta, facendoli confluire in questo libro, che finisce per essere un racconto a due voci, una “cosa” fatta finalmente insieme.
Renzo ha trasmesso a Camilla lezioni di vita che vanno molto di là dei problemi di comunicazione e delle differenze generazionali e che costituiscono insegnamenti eterni: resistere alla paura, per esempio, trovare il coraggio di vivere liberi e leggeri, “seguire una legge morale anche al buio”. Mi piace pensare che questo libro sia il modo con cui Camilla abbia voluto ringraziarlo.
Intanto ringrazio io @salanieditore per la copia in omaggio.