Tutti i particolari in cronaca

Antonio Manzini 📚

Tutti i particolari in cronaca è un libro ‘catturante’, di rapida lettura (vuoi per la scrittura fluida, vuoi per la curiosità di vedere come va a finire), ma è ad alto rischio spoiler.

Ne propongo dunque un’analisi freddina e un po’ asettica, proprio per evitare antipatiche anticipazioni.

La struttura

Il libro si presenta come una sorta di doppio memoriale. L’uno (in terza persona) ha per protagonista Carlo Cappai, che di professione fa l’archivista in un tribunale ed è la figura chiave del romanzo, il personaggio all’origine delle vicende; l’altro (in prima persona) è il diario di Walter Andretti, un neo-giornalista di cronaca nera, il quale si ritrova ad indagare su alcuni omicidi avvenuti in città nel giro di poco tempo (quale città? Non è esplicitato, ma sembrerebbe Bologna). I delitti in questione sembrano scollegati, in realtà -neanche a dirlo- c’è un filo conduttore che li lega saldamente gli uni agli altri.

La struttura risulta circolare: il prologo e l’epilogo si corrispondono per la presenza nell’uno e nell’altro di una donna, che è la destinataria del doppio memoriale.

I personaggi

Carlo Cappai, che vive in solitudine e in ascolto delle voci delle vittime di casi irrisolti che giacciono, faldoni ormai dimenticati, nell’archivio in cui lavora (“l’iceberg”). Adolescente inquieto durante gli anni di piombo, perennemente in conflitto con la figura paterna, dopo il fallimento dei tentativi di diventare magistrato e di fare carriera in polizia, sceglie di vivere lontano dal mondo e senza coinvolgimenti sentimentali di sorta. Eppure, ciò non è dovuto ad una sua presunta sociopatia, ma quasi al sentimento contrario:

“non sono indifferente ai sentimenti degli altri, tutt’altro, mi coinvolgono a tal punto da dovermi isolare, altrimenti soffro troppo”.

Walter Andretti, giornalista sportivo che, senza preavviso, approda alla cronaca nera. Del tutto privo di esperienza, deve imparare a relazionarsi con una ‘capa’ inizialmente poco simpatica e a destreggiarsi tra inchieste ufficiali e indagini personali. Una volta entrato nel meccanismo della cronaca, non riesce più a tirarsi indietro: 

“…la nera non è così. È una specie di olio viscoso che non si assorbe e resta sempre sulla pelle.”

L’ambientazione

Da vari riferimenti, mi è parso di capire che la vicenda è ambientata a Bologna. Non è una scelta casuale: l’intreccio, benché sviluppato nella contemporaneità, affonda in parte le sue radici negli anni ‘70, nel periodo della contestazione giovanile e studentesca, durante il quale Bologna fu una delle città più coinvolte.

Uno dei luoghi più significativi e simbolici del romanzo è l’archivio, il “regno” di Cappai, che si muove nei corridoi e tra gli scaffali come il Minotauro nel suo labirinto (“conosce questo labirinto come le sue tasche, qui sotto lei è il re”).

L’appendice di questo archivio è lo studio di Carlo, in casa sua, la stanza sempre chiusa a chiave, interdetta persino alla fidata donna delle pulizie, nella quale l’uomo trascorre la maggior parte del suo tempo a meditare su vecchi casi irrisolti.

I temi

Quello principale, spinosissimo, della giustizia.

La giustizia, che non coincide con la legge; che non sempre permette di sovrapporre il concetto di ‘non colpevole’ a quello di ‘innocente’; la giustizia degli uomini, il più delle volte imperfetta, e la Giustizia assoluta, che si afferma a prescindere dalle meschinità dei mortali e che, per i non credenti, sostituisce la fede nella giustizia divina.

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Titolo: Tutti i particolari in cronaca

Autore: Antonio Manzini

Casa editrice: Mondadori

Data di pubblicazione: gennaio 2024

Pagine: 304

Prezzo dell’edizione cartacea: 17,50

Prezzo dell’edizione digitale: 10,99

SINOSSI

La corsa all’alba, la colazione al bar, poi nove ore di lavoro all’archivio del tribunale, una cena piena di silenzi e la luce spenta alle dieci: Carlo Cappai è l’incarnazione della metodicità, della solitudine. Dell’ordinarietà. Nessuno sospetta che ai suoi occhi quel labirinto di scatole, schede e cartelle non sia affatto carta morta. Tutto il contrario: quei faldoni parlano, a volte gridano la loro verità inascoltata, la loro richiesta di giustizia. Sono i casi in cui, infatti, il tribunale ha fallito, e i colpevoli sono stati assolti “per non aver commesso il fatto” – in realtà per i soliti, meschini imbrogli di potere. Cappai, semplicemente, porta la Giustizia dove la Legge non è riuscita ad arrivare – sempre nell’attesa, ormai da quarant’anni, di punire una colpa che gli ha segnato la vita. Walter Andretti è invece un giornalista precipitato dallo Sport, dove si trovava benissimo, alla Cronaca, dove si trova malissimo. Quando il capo gli scarica addosso la copertura di due recenti omicidi, Andretti suo malgrado indaga, e dopo iniziali goffaggini e passi falsi comincia a intuire che in quelle morti c’è qualcosa di strano. Un legame. Forse la stessa mano…

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