Una storia ridicola 📖 Luis Landero

Una storia ridicola

Luis Landero

Traduzione di Giulia Zavagna

Fazi editore, 2025

216 pagine

18,50 euro (cartaceo)

9,99 (digitale)

E’ uscito ieri per Fazi editore il nuovo libro di Luis Landero, già autore di Pioggia sottile.

Una storia ridicola è un monologo, la cui voce narrante è quella del protagonista Marcial. Rivolgendosi ad un non meglio precisato dottor Gomez e ai “lettori inappetenti” (ovvero lettori un po’ superficiali, che non hanno tanta voglia di approfondire), Marcial racconta lo sconvolgimento assoluto che la sua vita ha subìto a causa dell’amore.

Lui, che intratteneva più relazioni contemporaneamente e che aveva sempre deriso e detestato le smancerie degli innamorati, ammette di essere stato travolto da una passione mai provata prima di allora per la bella ed elegante Pepita, incontrata per caso ad una festa.

Già in questa occasione, vittima di un colpo di fulmine in piena regola, pur avendo normalmente “una visione tragica della vita e del mondo”, non aveva potuto evitare di comportarsi “come un buffone”.

“Vi basti sapere che d’un tratto la mia vita, senza Pepita, era priva di senso.”

Un libro romantico, dunque? Assolutamente no, come risulta chiaro sin dalle prime righe, grazie alle quali è possibile inquadrare alla perfezione il tipo di personaggio con cui abbiamo a che fare:

“Non credo di peccare di orgoglio, come dimostrerò nel corso della mia esposizione, se comincio con il dire che sono un uomo dotato di svariate qualità. Forse non mi distinguo per la bella presenza, ma sono senz’altro educato, discreto, coscienzioso, colto e un ottimo conversatore.”

“La mia visione del mondo e della vita? Tragica e trascendente. La mia storia? Una storia d’amore, odio, vendette, derisioni e offese. Mi chiamo Marcial Pérez Armel, vivo a Madrid e tengo in grande considerazione l’antico concetto dell’onore.”

La narrazione degli eventi occorsi a Marcial dopo aver conosciuto Pepita è dilazionata e poco lineare perché continuamente interrotta e arricchita da lunghe sequenze di suoi pensieri e riflessioni circa la vita, i rapporti con gli altri, il codice etico e i valori morali ai quali egli si è sempre ispirato. 

Benché si dimostri molto maldestro nel gestire il rapporto con la giovane donna, Marcial  risulta essere snob e pieno di sé, poiché si considera una sorta di filosofo, di gran lunga superiore agli altri uomini, anche quelli più istruiti di lui (che ha una formazione professionale e lavora in un mattatoio).

“A volte mi capita di dissertare su un argomento qualsiasi, solo per il piacere di sentirmi parlare, oppure di rilasciare interviste a me stesso, come se fossi famoso, un filosofo, uno scienziato, un esploratore, perfino un atleta o un killer professionista, e so rispondere con prontezza e profondità a tutte le mie domande, per contorte o maliziose che siano.”

Spesso sbandiera la propria capacità di odiare e portare rancore anche a distanza di anni; dichiara di essere in possesso di una sorta di potere magico, una forza spaventosa che gli permette di influenzare in negativo “la vita di chi mi offende o si diverte a deridermi” ed è assolutamente convinto del fatto che un uomo degno di questo nome debba essere sempre “all’altezza delle circostanze”.

Il racconto è quindi affidato a un narratore omodiegetico, dotato di un ego ipertrofico. Il lettore si può affidare solo al suo resoconto dei fatti e al suo punto di vista, restando all’oscuro di ciò che pensano o fanno gli altri personaggi (in particolare Pepita).

Ciò è funzionale alla riuscita dell’effetto sorpresa che si verifica nell’epilogo, benché l’autore dissemini all’interno del testo diversi indizi che potrebbero già anticipare ciò che accade alla fine.

Grazie Fazi editore per la copia in anteprima.

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