
Questa è la storia di un’ambizione sfrenata e del desiderio di scalata sociale, che diventano ossessione e malattia.
È la storia di (Cost)Antino Lua, un ragazzino intelligente ed astuto, che ha la sfortuna di nascere povero tra i vicoli di Cagliari (“Antino era nato nel vicolo dei matti”) e che vuole a tutti i costi studiare per diventare avvocato (“voglio l’anello della legge”) e conquistare una solida posizione socioeconomica che gli faccia dimenticare la miseria da cui proviene.
Il suo sogno sembra realizzarsi nel momento in cui incontra l’ingegnere Italo Dejana: mosso da istintiva pietà e ammirato dalla forza d’animo del ragazzo, Dejana lo accoglie in casa sua e gli consente di proseguire gli studi liceali, mentre lo introduce nel mondo del lavoro, insegnandogli i segreti della gestione della cava di calcare di cui è proprietario:
“La cava produceva calce con grande profitto, dando sostentamento a decine di operai e alle loro famiglie. A comandare su tutti c’era l’uomo che quella mattina aveva cambiato la sorte di Antino, l’ingegnere Italo Dejana, proprietario delle concessioni di sfruttamento minerario e della porzione di colle su cui sorgeva Villa dei Punici”
Ma questo colpo di fortuna non gli basta: Antino è consumato dalla brama di avere sempre di più e in modo quasi scientifico pianifica l’eliminazione di tutti gli ostacoli che si oppongono al suo scopo, quello, cioè, di essere adottato dall’ingegnere, entrando legittimamente a far parte della sua famiglia.
Il ladro di scarabei è un romanzo dalle atmosfere verghiane, in cui la povertà del protagonista e la sua emarginazione richiamano le pagine di Rosso Malpelo, mentre la tensione verso il conseguimento del successo personale ricorda la fredda determinazione con cui Gesualdo Motta sacrifica persino gli affetti più cari sull’altare della tanto agognata ‘roba’.
Affascinante l’ambientazione spazio-temporale: la famiglia dell’ingegnere vive nella grande Villa dei Punici, eretta su un colle che è una gigantesca necropoli di epoca preromana. In questi luoghi – la villa e il colle- vediamo svolgersi la grande maggioranza degli eventi durante tutto l’arco della narrazione:
“Un cimitero antico di millenni. I Punici hanno scelto questo promontorio per seppellire i loro morti”
La vicenda si sviluppa durante il periodo del ventennio (tra il 1928 e il ’38): un dato che assume particolare rilevanza ai fini dell’intreccio, perché Dejana è fieramente antifascista e non intende asservirsi al regime, anche a costo di pagarne le conseguenze a caro prezzo.
Proprio Dejana è il personaggio su cui fa leva il piano strategico del protagonista: l’uomo è benvoluto, carismatico, generoso, e diventa un modello per Antino (“Voglio essere come lui”), che lo elegge a padre adottivo e a strumento del proprio riscatto. È ingenuo anche, l’ingegnere perché non coglie le reali intenzioni del suo protetto.
Lo stesso si può dire della piccola di casa Dejana, Asmara, figlia di un cugino di Italo e da lui adottata (lei sì), perché rimasta orfana di entrambi i genitori.
Asmara è il contrario dell’antieroe Antino. Poetica, sensibile, con una grande paura di uscire ‘nel mondo’, amante degli animali, dei libri e dei viaggi immaginari, anche lei rischia di restare schiacciata dalle mire del ragazzo, per cui prova sentimenti sinceri e grande ammirazione (è convinta che lui sappia leggere nel pensiero).
È suo lo scarabeo (“un lapislazzulo incastonato in un cerchietto d’oro, di un blu violetto talmente brillante e intenso da emanare luce propria”) che colpisce Antino fin dal loro primo incontro: in quanto dono speciale di Italo Dejana dopo l’adozione, il pendente rappresenta l’elezione di Asmara a membro della famiglia, è il simbolo del suo nuovo status di privilegiata, quello cui il ragazzo ambisce con tutte le sue forze.
Descritta come un “topolino” (una “piccola ombra” che vaga come una “ladra” nella Villa dei Punici), Asmara rivela alla fine l’inaspettato carattere di una leonessa. In relazione al suo personaggio, questo romanzo è romanzo di formazione.
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Titolo: Il ladro di scarabei
Autore: Vanessa Roggeri
Casa editrice: Rizzoli
Data di pubblicazione: maggio 2024
Pagine: 382
Prezzo dell’edizione cartacea: 18,50 €
Prezzo dell’edizione digitale: 9,99 €
Sinossi
Cagliari, 1928. Segnato da un’infanzia di stenti e privazioni, Antino è un cosiddetto majolu, uno dei tanti ragazzini che per scappare dalla povertà della campagna e trovare un futuro migliore arrivano in città, e lì, nelle dimore dei signori, offrono i loro piccoli servigi in cambio di vitto e alloggio. Ad accoglierlo in casa sua è l’ingegner Italo Dejana, un imprenditore antifascista dall’animo generoso: è stato fortunato e lo sa, Antino. Cercherà in ogni modo, infatti, di conquistare la fiducia del suo benefattore e vincere la diffidenza nutrita dalla moglie Elsa e dai figli Leonardo, Agnesa e Asmara.
E quando a un certo punto si troverà a un passo dal perdere ogni cosa, per assicurarsi il posto che crede di meritarsi nell’albero genealogico dei Dejana non si farà alcuno scrupolo, disposto a tutto pur di ottenere quello che la sorte gli ha negato per nascita. Anche a conquistare l’amore della timida Asmara, figlia adottiva dell’ingegnere, per la quale ha sempre provato disprezzo e invidia. Asmara, però, non è la creatura insignificante che Antino crede, e quando il ragazzo se ne renderà conto, sarà ormai troppo tardi.