Franck Thilliez 📚

L’ultimo romanzo di Franck Thilliez esce oggi, 7 novembre 2023, per Fazi editore (che ringrazio per la copia digitale in omaggio) 🌷
In breve
Vertigine racconta la storia di Jonathan Touvier, un cinquantenne francese che vive un’esperienza ai limiti della sopravvivenza e della comprensibilità (un’esperienza alla Thilliez, insomma), visto che all’improvviso si risveglia in una sorta di cavità infernale, sotterranea e gelida, in compagnia del proprio cane e di due sconosciuti increduli e sconvolti come lui: Michel, un macellaio che ha perso da poco un figlio, e Farid, un giovane arabo dagli occhi azzurri, un piccolo criminale senza fissa dimora.
Il racconto della vita nella grotta è molto dettagliato (troppo) e si prolunga per quasi tutta la durata del testo. Per chi legge, l’imperativo categorico è andare avanti tra le pagine e scoprire chi e perché ha organizzato tutto questo contro il protagonista: contro il protagonista perché, dai discorsi, dai ragionamenti e dalle deduzioni dei tre personaggi, emerge chiaramente che Michel e Farid sono, in modi diversi, correlati alla vita di Jonathan e sono strumenti, vittime inconsapevoli, utilizzati per colpirlo nel profondo.
Un uomo darwiniano
Una prima chiave di lettura è, potremmo dire, letterale: questo romanzo ci mostra come l’uomo si riduce quando è posto di fronte ad una situazione estrema, che non può controllare e che mette a repentaglio la sua esistenza. Combattuto tra il desiderio di annullamento e l’istinto di sopravvivenza, solidale nei confronti dei compagni di sventura, ma anche incattivito al punto da desiderarne più volte la morte, l’essere umano torna ad uno stadio primitivo (non a caso, vive l’esperienza in una grotta), allo stato di un bruto che, però, sa anche aguzzare l’ingegno e, adattandosi, sfruttare il pochissimo che ha a disposizione per andare avanti.
Memorie dal sottosuolo
Ma c’è un altro livello di interpretazione, a mio avviso, ben più interessante perché fortemente simbolico.
Jo è un alpinista di professione. Ha scalato l’Everest e altre montagne altissime, ma questa volta, suo malgrado, è costretto a vivere un’esperienza uguale e contraria: non la salita verso la vetta, ma la discesa verso gli abissi.
Vertigine è una sorta di dostojevskijano viaggio nelle memorie del sottosuolo, ricchissimo di simboli e di metafore che rimandano alla dimensione del subconscio. Un’immersione nell’oscurità che mette il protagonista faccia a faccia con se stesso e con le sue pulsioni più segrete, con i suoi ricordi più dolorosi e con i sensi di colpa più ingombranti.
Qual è la verità?
Un Thilliez maniacale come sempre nell’organizzazione dei dettagli e dell’intreccio, ci fa chiedere pagina dopo pagina se ciò che sta accadendo sia la verità oppure un sogno o il frutto dell’immaginazione del protagonista.
Questa sospensione tra il reale e l’allucinato, che è una delle cifre tipiche di questo scrittore straordinario, persiste fino alla fine del libro e neanche a quel punto – forse liquidato troppo frettolosamente- il lettore risulta veramente convinto della soluzione che gli viene offerta.
Tanto per capirci, l’Epilogo (come tutti gli altri capitoli) si apre con una citazione. Ma questa volta, la citazione è particolarissima, perché reca la firma dello stesso Thilliez:
“Questo romanzo ha una sola soluzione. E non è necessariamente quella che si crede.
Franck Thilliez”
Sta anticipando il fatto che l’epilogo contiene una soluzione diversa rispetto a quella che è stata prospettata finora oppure che la soluzione raccontata nell’Epilogo non è per forza quella corretta?
Varie ed eventuali
L’intreccio, per quanto assurdo, è meno cervellotico del solito: se pensiamo a Labirinti o a Puzzle, Vertigine è molto più lineare nella struttura. Certo, il concetto di linearità e il nome di Thilliez nella stessa frase non stanno bene, però questo romanzo è concentrato sulla sola storia di Jonathan, benché dipanata tra presente e passato (è nel passato la spiegazione dei fatti narrati, indipendentemente da come vogliamo interpretarla) e benché il fulcro degli eventi ruoti intorno al personaggio enigmatico di Max Beck, amico, nemico, compagno di scalate e rivale di Jonathan stesso.
Le citazioni iniziali, dicevamo. Ogni capitolo si apre con un estratto, più o meno breve: romanzi famosi (Viaggio al centro della terra, Zanna bianca, …) o testi inventati ad hoc (come il libro di Max Beck, “Sopravvivere in qualunque condizione” o il racconto dell’alpinista Slwomir Rawicz); frasi di autori letterari (G. Flaubert o O. Wilde), di filosofi (Platone…il mito della caverna!) o di uomini politici (De Gaulle); soprattutto, materiale redatto dal protagonista: una lettera alla madre, per esempio, scritta durante la scalata dell’Everest; stralci di sue interviste realizzate durante il periodo in cui lavorava alla rivista “Extérieur”; suoi appunti o note.
Si tratta di introduzioni assolutamente a tema, sempre in linea con i contenuti e possono fornire un ulteriore tipo di approfondimento dato che, neanche a dirlo, non sono selezionate né disposte a caso.
Il cerchio si chiude tra la prima citazione, che è tratta da Darkness, il romanzo scritto da Jonathan, e l’ultima, che, come abbiamo visto, è una frase dello stesso Thilliez relativa al proprio romanzo.
“La follia non suona così vuota. Trattenetelo nella memoria, questo rumore metallico. Finché riuscirete a sentirlo, saprete di non essere pazzi”.
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Titolo: Vertigine
Autore: Franck Thilliez
Traduzione: Daniela De Lorenzo
Casa editrice: Fazi (Darkside)
Data di pubblicazione: novembre 2023
Pagine: 312
Prezzo dell’edizione cartacea: 19,00
Prezzo dell’edizione digitale: 10,99
SINOSSI
Alcuni segreti vanno tenuti nascosti, ma saremmo disposti a morire purché non vengano mai svelati?
Jonathan Touvier, ex alpinista cinquantenne, si risveglia intontito e non sa dove si trova. Attorno a lui soltanto buio, umidità, freddo. È finito in fondo a una grotta e non ha idea di come sia successo. Non è solo. Insieme a lui ci sono il suo fedele cane Pokhara e due sconosciuti: Farid, giovane di origini maghrebine, e Michel, uomo di mezza età che lavora in un macello. Jonathan è incatenato al polso, Farid alla caviglia; Michel è libero, ma la sua testa è coperta da una spaventosa maschera di ferro, che esploderà se si allontana dagli altri due. Sulla schiena hanno tre biglietti con altrettante domande: «Chi sarà il ladro?», «Chi sarà il bugiardo?», «Chi sarà l’omicida?».
Qualcuno sta giocando con loro, e ha tessuto con cura una ragnatela inestricabile per intrappolarli. Chi è? E perché l’ha fatto? Ben presto, però, la domanda più urgente diventerà un’altra: fino a che punto si può arrivare per non soccombere in una situazione così estrema? Se la natura può rivelarsi un’assassina spietata, l’uomo può trasformarsi in un predatore senza scrupoli: tra menzogne e mezze verità, scatta una disperata lotta per la sopravvivenza, da affrontare con ogni mezzo e strategia possibile.