
“Vittime innocenti” è l’ottavo libro che Angela Marsons dedica alla detective Kim Stone e alla squadra dei suoi collaboratori.
In questo caso, i fatti si svolgono tutti nel prestigiosissimo college inglese di Heathcrest, un istituto privato, molto costoso ed élitario, che da generazioni sforna professionisti, politici, medici, avvocati e insegnanti di primo livello.
Ma due studenti muoiono nel giro di pochi giorni, facendo emergere una realtà inquietante: dietro la sfolgorante facciata dei successi, dei privilegi, della ricchezza si cela qualcosa (e qualcuno) di torbido e di illegale, che calpesta con noncuranza giovani vite (e non solo).
Eppure nel preside, negli allievi, nei genitori…in tutti, la polizia trova resistenza, reticenza e omertà: nessuno ha visto, nessuno sa, nessuno parla.
“Quella scuola è terrorizzata dagli scandali più che da qualsiasi altra cosa”.
Un’indagine a tutto campo non solo sulle morti violente di questi adolescenti, ma anche sulla predisposizione al male nei bambini e nei ragazzi, i quali, secondo lo psicologo interpellato da Kim Stone, di solito “uccidono, e uccidono i propri coetanei” o per il piacere di farlo o per futili motivi o per risarcire un danno a loro volta subìto.
Le ricerche svelano l’esistenza di circoli segreti, riti di iniziazione e punizioni all’interno della scuola. Il problema è che questa fitta rete di violenze e soprusi non si conclude con la fine del percorso di istruzione, ma prosegue negli anni, anche nelle vite dei ‘grandi’, in una sorta di cerchio senza fine che coinvolge i figli, ma anche i genitori.
Per gli amanti del genere thriller, il libro è abbastanza apprezzabile. È un testo “tutta trama”, nel quale gli eventi si susseguono in modo serrato, lasciando poco spazio alle descrizioni o alle riflessioni. I personaggi sono molti e a volte riconoscerli e afferrare il ruolo che ricoprono non è immediato.
La protagonista Kim Stone è una detective ‘tosta’, con un lungo vissuto privato e professionale alle spalle (cui si fa spesso riferimento, ma che io non conosco, non avendo letto i libri precedenti), abbastanza sfacciata di fronte a chiunque e molto intuitiva (forse troppo).
I temi sui quali il romanzo ci porta a riflettere sono comunque abbastanza numerosi e importanti: il già citato interrogativo sulla predisposizione precoce al male, ma anche i privilegi e i giochi di potere delle classi sociali più elevate, il confronto tra istruzione pubblica e privata, il bullismo, i rapporti umani tra colleghi di lavoro, le relazioni familiari.
Casa editrice: Newton Compton